Protagonisti del dibattito il ristoro dei danni per la protratta chiusura e l’aumento del costo degli stalli «blu»
Valentina Sandrone 31/01/2025
Infrastrutture e viabilità sono state le due grandi protagoniste della seduta del consiglio comunale tenutosi la sera di lunedì 27 gennaio. Dal «disastro» Tenda ai più locali parcheggi blu, la mobilità è un tema scottante per una città come Cuneo, centrale per la politica e l’economia di tutto il territorio. L’interrogazione numero 7, presentata dal consigliere del gruppo Indipendenti Giancarlo Boselli, ha avuto ad oggetto i ristori per i danni subiti a causa della chiusura del traforo del Tenda. Come già è noto, la Regione stanzierà la somma di un milione per gli esercenti e gli operatori turistici e alberghieri della Valle Vermanagna, nei Comuni che vanno da Borgo San Dalmazzo a Limone Piemonte, ma questo, come reso chiaro dal provvedimento, non toccherà la città di Cuneo. La domanda che il consigliere Boselli avanza è: perché Cuneo è esclusa? Anche il commercio, l’artigianato e il turismo del capoluogo hanno sofferto, con un particolare danno per il settore dei mercati, da sempre molto frequentati da acquirenti francesi. La valutazione del danno dovrebbe tener conto del fatto che, ad oggi, una città come Cuneo sia tagliata fuori da determinate rotte commerciali e di passaggio e pertanto le maglie dei ristori andrebbero allargate sino a qui.
La risposta della sindaca Patrizia Manassero ha però illustrato una realtà che si profila, perlomeno in via teorica, decisamente più rosea.
Dopo la manifestazione de commercianti cuneesi tenutasi il 18 dicembre 2023, la promessa di uno stanziamento di 3 milioni e i ritardi comunque susseguitisi, anche a causa delle frizioni con le amministrazioni francesi, sabato 8 febbraio il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore Paolo Bongioanni saranno a Limone per illustrare i criteri di distribuzione dei fondi. Il milione messo sul piatto dalla Regione, e che verrà stanziato con l’approvazione del bilancio, è una piccola iniezione di aiuto, ma come ricordato dalla prima cittadina si tornerà a sollecitare lo stanziamento di tutti i fondi promessi ab origine, ben consci che i danni si ripercuotono fino in città.
E proprio la mobilità più strettamente cittadina è stata invece protagonista dell’interrogazione numero 13, l’ultima di questo consiglio, presentata dal consigliere di Forza Italia Franco Civallero.
Gli stalli di sosta a pagamento hanno aumentato il loro costo da inizio 2025, ma già in una precedente interrogazione sul tema era stato chiarito dall’amministrazione che i fondi così ricavati sarebbero stati investiti nel trasporto pubblico locale. La limitazione ai parcheggi, sostiene Civallero, dovrebbe sussistere per fine di tutela paesaggistico-ambientale oppure urbanistico-architettonica, non per «fare cassa» per finanziare il trasporto pubblico. Inoltre, incalza il consigliere di opposizione, c’è da chiedersi dove siano i parcheggi non a pagamento a fronte di quelli a pagamento, se sia stato accantonato un budget per eventuali parcheggi interrati, quali sia l’importo che rimane al Comune e come funzioni l’assegnazione dei pass ai residenti. A sollevare questioni, in particolare afferenti alla sostenibilità, sono stati inoltre i consiglieri Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). Sturlese ha poi ricordato le due misure previste dal PUMS (Piano Urbano di Mobilità Sostenibile): la riduzione delle auto inquinanti del 5% e la direzione verso una conversione da automobile a bicicletta, pari anch’essa al 5% dei veicoli. Ma i parcheggi a pagamento, secondo Sturlese, così come per esempio la chiusura di alcune strade al traffico veicolare, sono un deterrente spot all’uso dei mezzi privati, soprattutto in una città afflitta «dall’eccesso di auto». È stato l’assessore alla Mobilità Luca Pellegrino a rispondere esaustivamente alle suddette osservazioni. Innanzitutto, non vi è alcun obbligo di far corrispondere ai parcheggi a pagamento un pari numero di parcheggi «bianchi», ma i parcheggi non a pagamento ci sono, anzi, ricorda l’esponente dell’amministrazione, negli ultimi 15 anni ne sono stati realizzati a migliaia in svariati punti della città, di cui l’ultimo, in prossimità del Nuovo, recante 135 posti auto.
Gli incassi del 2023 (si è in attesa di ricevere quelli del 2024, ndr) sono stati pari a 1458000, di cui il 63,67%, pari a poco più di 900000 euro, restano al Comune, mentre il restante 35,27%, corrispondente a circa 500000 euro, va alla società che gestisce il servizio. L’incasso comunale, al netto dell’IVA, è stato così di circa 780000 euro. Non esistono fondi vincolati per parcheggi interrati, ha proseguito l’assessore, per poi passare infine alla disamina dell’annosa questione dei pass. Il pass ha senso di esistere, riferisce Pellegrino, se il numero di parcheggi a pagamento è uguale o, ancor meglio, superiore al numero di nuclei familiari residenti, altrimenti viene meno la logica sottesa al parcheggio «blu», che dovrebbe garantire la rotazione del posto auto. Nella zona tra corso Giolitti, corso Garibaldi, via XX Settembre, via Gallo e via Boggio questo non si verifica, infatti si ravvisano 574 parcheggi blu per 996 nuclei familiari. Il ragionamento sull’erogazione di pass potrà quindi essere avviato, nelle modalità che si riterranno consone alla città, solo se i numeri invertiranno la tendenza e permetteranno di garantire comunque la rotazione della disponibilità degli stalli.
I collegamenti verso la Francia e la Liguria, ma anche la sostenibilità della mobilità locale, sono due punti topici per la città di Cuneo, che si ritrova penalizzata sia nelle infrastrutture, sia negli spostamenti urbani, molto spesso considerati esosi dai cittadini. Il futuro segnerà, davvero, la strada? L’interrogativo resta aperto.
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