"Sharmin e suo marito litigavano perché lui non voleva che stesse al telefono e usasse i social. Anche due giorni prima che morisse, mi ha raccontato che il marito non le parlava". E' quanto ha detto in aula una testimone amica di Sharmin Sultana, la donna di 32 anni morta dopo essere precipitata dalla finestra di casa il 7 marzo 2023. Il marito Ahmed Mustak, 44 anni, è a processo in corte d'assise per omicidio volontario. L'uomo aveva detto che si era trattato di un suicidio. La testimone ha raccontato che sentiva l'amica al telefono o via whatsapp: "a volte mi diceva che aveva litigato con il marito, che lui era nervoso e che non le parlava più, poi facevano pace. Pensavo succedesse come accade in tutte le coppie. Una volta aveva minacciato di picchiarla, ma non mi ha mai detto di essere stata effettivamente picchiata". E poi, due giorni prima della morte, continua la testimone, "mi aveva raccontato che di notte aveva visto l'ombra del marito sulla porta, che lei pensava che la controllasse per vedere se dormiva o se stava usando il cellulare per chattare con qualcuno". Il presidente della corte Massimo Cusatti ha stabilito che non possono essere usate le dichiarazioni fatte dal figlio disabile della coppia che erano servite durante le indagini per capire che non si era trattato di un gesto volontario. "Papà ha sbattuto la testa di mamma", le dichiarazioni del piccolo ai carabinieri. Sul bambino non è stata fatta una consulenza medica per capire la sua attendibilità. L'uomo, difeso dall'avvocata Vittoria Garbarini, era stato arrestato un anno fa. Nelle ultime settimane aveva cambiato versione parlando di una caduta accidentale dopo una lite. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Mustak vessava continuamente la donna che usava i social come Tik Tok e voleva emanciparsi.