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Salari bassi e rischi alti: la fuga degli autisti dei bus da Amt

Molto partecipato, a Genova, lo sciopero indetto dai sindacati per l'adeguamento delle retribuzioni e l'aumento della sicurezza

Monica Bottino 10/09/2024
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Nei primi 8 mesi dell’anno sono 30 gli autisti Amt che si sono licenziati e hanno cambiato lavoro. «Tanti colleghi sono andati a fare i camionisti, il lavoro è pesante, faranno anche più ore, ma almeno non devono rapportarsi con un pubblico aggressivo e rischiare di essere coinvolti in situazioni di pericolo, a fronte di un salario che non rispecchia più i tempi», dice Roberto Piccardo, segretario regionale di Ugl-Fna. A convocare la mobilitazione di 8 ore, ieri - anche a Genova, dove ha visto una massiccia partecipazione - sono state le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna visto che «dopo mesi di trattative non si è ancora giunti a una soluzione soddisfacente». Tra le richieste «l’adozione di misure concrete per la sicurezza del personale viaggiante e il potenziamento degli organici aziendali poiché la carenza di personale sta portando al taglio del servizio nei vari territori - denunciano i sindacati - tra le motivazioni della fuga dei lavoratori dal Tpl c’è una questione di salari bassi». «Un nuovo assunto, per fare un esempio, guadagna circa 1.100 euro - spiega il segretario regionale della Ultrasporti Liguria Giuseppe Gulli - e per questo molti scelgono di fare l’autista da altre parti e non nel trasporto pubblico. In più quello che sta avvenendo è il taglio del servizio, perché non trovando più autisti le province stanno tagliando, c’è un’emergenza e dobbiamo intervenire, ma non con strumenti ordinari, con strumenti straordinari».
«Le imposizioni da parte delle controparti datoriali sono insostenibili - denuncia il sindacalista della Filt Cgil Andrea Gamba - sia sotto il punto del recupero dei tempi di lavoro sia per quanto riguarda la scelta di non andare incontro alle richieste da parte delle organizzazioni sindacali quali un aumento salariale consistente che vada a recuperare il potere d’acquisto».
«Stiamo lavorando a livello nazionale, ma anche a livello regionale - dichiara il segretario regionale della Fit Cisl Santo Pugliese - ma è chiaro che se oggi purtroppo facciamo sciopero e creiamo del disagio ai cittadini è perché qualcuno deve ascoltarci. Auspichiamo che anche la politica intervenga nella nuova finanziaria». «L’adesione allo sciopero sia a livello urbano sia provinciale è stata molto elevata - evidenzia il segretario regionale Faisa Cisal Edgardo Fano -, è una vertenza che deve concludersi più rapidamente possibile al fine di garantire i servizi ai cittadini. Parliamo di un settore finanziato da Stato, Regioni e a livello locale, quindi tutti gli enti a partire dal Governo passando per la Regione e per la Città metropolitana, devono fare la loro parte per sostenere il settore».
Il sindacato Ugl-Fna punta molto anche sulla sicurezza dei dipendenti. «Se si vuole un servizio pubblico degno di questo nome servono risorse, a oggi un autoferrotranviere non può guidare 7 ore, rischiando aggressioni personali o a bordo, risse e altro... tutto per un salario inadeguato. Non solo - continua Piccardo, Ugl-Fna - Ricordo anche che a Genova si dorme ancora nei depositi per chiedere un giorno di festa. Noi abbiamo manifestato per avere più salvaguardia, non avevamo firmato l’accordo sicurezza come hanno fatto altri sindacati e in effetti ci pare che, se siamo ancora a questo punto, non sia stato una soluzione. Secondo noi servono leggi certe e severe, chi commette reati deve pagare, non uscire di galera il giorno dopo». L’adesione allo sciopero è stata del 90,5% per quanto riguarda gli autisti dei bus urbani, del 64,4% nei bus extraurbani, mentre la linea metropolitana della città è rimasta chiusa, i dati sono di Amt.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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