Gli investigatori della Digos della questura del capoluogo piemontese sono al lavoro, visionando filmati e immagini, per identificare i partecipanti ai disordini scoppiati venerdì durante il corteo studentesco che è sfilato per le vie di Torino.
A quanto si apprende, la manifestazione, a cui hanno partecipato circa quattrocento persone, in violazione delle prescrizioni dell'autorità di pubblica sicurezza ha cambiato il percorso, dirigendosi verso obiettivi come la prefettura, la sede della Rai e la Mole Antonelliana, dove si sono registrati i momenti di maggiore tensione con le forze dell'ordine. Secondo gli investigatori, dietro ai fatti ci sarebbe la regia del centro sociale Askatasuna, che avrebbe preso la testa del corteo, deviando il percorso. Tra i momenti più critici quelli sotto l'edificio della prefettura, in piazza Castello, dove alcuni manifestanti si sono scontrati con le forze dell'ordine. Ed è in quell'episodio che è stata lanciata una sorta di capsula da cui si è sprigionato un fumo urticante.
Venti gli agenti che hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Sulla capsula sono in corso indagini mirate per capire se si tratta effettivamente di un ordigno artigianale, come era stato detto in un primo momento, o se c'è un altro tipo di provenienza. Si sta procedendo inoltre all'identificazione di chi ha tirato giù la bandiera italiana dal pennone dell'entrata della Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema.
Per questo gesto viene ipotizzato il reato di vilipendio alla bandiera, in quanto il tricolore era stato deturpato con della vernice rossa e scritte pro Palestina.
Intanto un altro corteo per la Palestina e il Libano e contro la fornitura di armi a Israele ha preso il via ieri a Torino nel centro storico. Fra dai presenti ci sono attivisti del MoVimento 5 stelle e dei Giovani democratici, articolazione del PD.