Ancora sangue nell’edilizia torinese. A pochi giorni dalle Settimane della Sicurezza (al via il prossimo 2 dicembre) e a un mese dal terzo anniversario del crollo della gru di via Genova 118 in cui sono morti tre operai, a breve distanza dal luogo della strage di tre anni fa, un altro operaio edile ha perso la vita, anch’egli travolto da una gru, mentre lavorava nel cantiere per la realizzazione di una vasca all’interno del Centro Ricerche Smat, la società partecipata dal Comune di Torino che gestisce l’acquedotto.
Si tratta di Fatmir Isufi, operaio 51 enne di origine albanese dell’impresa lombarda Palingeo SpA, residente ad Arcore (Monza Brianza), in trasferta nel capoluogo piemontese per lavoro.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, personale sanitario e carabinieri per i rilievi insieme al personale dello Spresal, ma non hanno potuto fare altro che costatare la morte dell’edile, avvenuto sotto gli occhi del figlio, impegnato nel medesimo cantiere.
Quest’anno un altro lavoratore era morto nel montaggio di una gru nel Torinese, a Rivoli, il 5 febbraio, in un cantiere in via Cesare Battisti.
Immediata la reazione del sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo: «Una terribile tragedia: ancora una volta una persona ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Un drammatico incidente che lascia sgomenti, senza parole, e impone riflessioni su un lavoro che deve essere sicuro per tutti, sempre».
Ancora più netta la condanna del capogruppo del Partito Democratico al Comune di Torino, Claudio Cerrato: «Esprimiamo la nostra solidarietà ai familiari della vittima e chiediamo agli organi inquirenti di accertare quanto accaduto e di individuare eventuali responsabilità». «Il continuo ripetersi di incidenti mortali nei posti di lavoro – afferma – è il segnale di una non sufficiente attenzione alla sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche. Abbiamo deciso, in accordo con il sindaco e la vicesindaca, di convocare il 27 novembre prossimo alle ore 11.30 a Palazzo Civico una Commissione congiunta tra la Terza, Prima e Sesta Commissione con la presenza della vicesindaca e della dirigenza Smat. È necessario un impegno collettivo per garantire che nessuno rischi la propria vita svolgendo il proprio lavoro».
«A pochi giorni dal via delle Settimane della Sicurezza, in programma dal 2 al 18 dicembre 2024, in cui ricorderemo le sette vittime del rogo della ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 e i tre operai morti nella strage della gru di via Genova del 18 dicembre 2021, per la quale si celebrerà il prossimo 4 dicembre un’udienza del processo in cui Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile, assistiamo nuovamente a una strage in un cantiere in cui è coinvolta una gru» – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro.
«Mentre si allunga ancora la scia di sangue nell’edilizia torinese – afferma Quirico – non possiamo che stringerci ai familiari della vittima e alla comunità albanese e auspicare più controlli e maggiore rigore nella gestione dei cantieri, soprattutto di quelli in cui i committenti sono enti pubblici o aziende partecipate. Ci sono ancora troppi infortuni, troppe morti che riguardano l’utilizzo di macchine e di attrezzature da cantiere che si potrebbero evitare con una migliore organizzazione del lavoro, più formazione e un utilizzo consapevole delle tecnologie».
«A un mese esatto dal terzo anniversario del crollo della gru in via Genova costato la vita a tre operai, che anche quest’anno ricorderemo insieme all’associazione Sicurezza e Lavoro nell’ambito delle Settimane della Sicurezza, il nostro territorio piange un’altra vittima sul lavoro, un altro lavoratore edile schiacciato da una gru: è intollerabile, non degno di una città e di un Paese civile» – aggiunge il presidente della Circoscrizione 8 della Città di Torino, Massimiliano Miano. «Serve una maggiore presa di coscienza – conclude Miano – e una migliore gestione degli appalti, anche pubblici. Come Istituzione noi continueremo la nostra opera di sensibilizzazione e prevenzione e ci confronteremo nelle prossime settimane anche con gli studenti e le studentesse delle scuole del nostro territorio, raccontando loro che cosa accade a poche centinaia di metri dalle loro scuole, per responsabilizzare le nuove generazioni sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».
Dura condanna anche da parte dei sindacati.
«È l’ennesima conferma dell’estrema pericolosità di questo settore lavorativo: l’edilizia è uno tra i comparti con la più alta percentuale di infortuni gravi e mortali» – affermano i sindacati edili FenealUil Piemonte e Fillea Cgil Torino e Piemonte. «Riteniamo – scrivono le due sigle sindacali – vista la cadenza ormai quotidiana di infortuni gravi o mortali, che sia necessario affrontare la questione anche da un punto di vista culturale, a partire dalle scuole dell’obbligo». «Ci sono però – denunciano Feneal e Fillea – associazioni che stanno tentando di favorire il nascere di contratti che prevedono meno tutele e diritti per i lavoratori dell’edilizia, ma soprattutto che non riconoscono il sistema bilaterale delle costruzioni, unico vero presidio per la legalità e la sicurezza». «Di fronte all’ennesima tragedia – concludono – ci sembra davvero assurdo che alcune Istituzioni, invece di migliorare le norme sulla sicurezza e di applicare i contratti collettivi nazionali del comparto costruzioni, possano favorire il proliferare di tali contratti».
«Siamo profondamente colpiti e indignati per l’ennesimo incidente mortale in un cantiere, che ricorda quello di via Genova nel 2021. Non ci sono più parole per esprimere il nostro sconcerto e la nostra rabbia: Torino è una città che ha pagato, e continua a pagare, un tributo altissimo di in termini di vite sui posti di lavoro. Siamo vicini al figlio della vittima, che era presente al momento dell’incidente, ai familiari dell’operaio e ai colleghi» – dichiarano Mimmo Lo Bianco, segretario generale della Cisl di Torino, ed Enzo Pelle, segretario generale della Filca nazionale e reggente della Filca torinese.
«L’incidente nel cantiere della Smat – concludono Lo Bianco e Pelle – dimostra che il percorso per garantire la sicurezza in edilizia è ancora lungo e pieno di ostacoli. Bisogna puntare su formazione, prevenzione e innovazione per fermare questa inaccettabile, drammatica sequela di incidenti».
«Dobbiamo smetterla con la retorica della tragica fatalità – scrivono in una nota Cgil Torino e Filctem Torino – perché le responsabilità della politica, incapace di intervenire con serietà per arrestare questa scia di sangue, sono evidenti. Solo prevenendo, creando cultura della sicurezza e aumentando i controlli, e quindi le risorse economiche dedicate, si può combattere realmente questa piaga, che sino ad oggi invece è stata - nei fatti - non solo consentita, ma anche incentivata da scelte politiche che guardano solo al profitto, anziché alla tutela della vita dei lavoratori».