«Novara guardi al futuro, ma si parta dall’urbanistica»

La città deve concentrarsi sull’Università e sull’accoglienza, anche in vista dell’apertura della Silicon Box

Paolo Usellini 06/06/2025
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Diego Sozzani
Una Novara moderna. Che guardi al futuro. Concentrata su università e accoglienza delle persone (si parla di 1600 assunzioni per lo sviluppo di Silicon box) che lavoreranno nei nuovi insediamenti previsti oltre che della logistica. 
Così la pensa Diego Sozzani, vice segretario regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia a Novara. Ma come? Rimettendo mano al piano regolatore. Che oggi è ancora lo stesso al quale lavorò lui nel 2003, quando faceva parte della prima giunta con sindaco Massimo Giordano. «All’epoca – racconta – ero assessore all’urbanistica. Ci fu un grande lavoro al riguardo. Lo stesso che si auspica oggi, con una revisione necessaria dopo 22 anni. In questo lasso di tempo la fisiologia della città è cambiata e occorre tenere conto, guardando al futuro, della situazione natalità oltre alle nuove esigenze professionali».
Cosa intende?
«Occorrerà partire dal tema della rigenerazione urbana. Un nuovo concetto sul quale, peraltro, sto lavorando a livello nazionale accanto al senatore Roberto Rosso. Unitamente saranno da considerare le professionalità delle persone, prevalentemente volte a tecnologie informatiche e le nuove tecnologie professionali . Senza dimenticare l’intelligenza artificiale, che sta portando a grandi cambiamenti nella vita di ciascuno. Il lavoro a distanza, ad esempio, che tutti abbiamo conosciuto ahimè in tempo di pandemia, ha dato una svolta epocale in tal senso. E per molti il salotto di casa si è trasformato in ufficio».
Concetti da tenere presente «anche dall’attuale amministrazione, che potrebbe lanciare una delibera programmatica al riguardo prevedendo una duplice possibilità: un nuovo piano regolatore o una variante generale». Sozzani, da tecnico, desidera anche lanciare un’ipotesi di lavoro concreta «convolgendo diversi stakeholder, oggi come si fece allora». Con due focus: «il primo quello della città universitaria, prevedendo più spazi per giovani. Ad esempio sulla sorta del progetto che riguarda il centro sociale. E poi, perché no, riqualificando il vecchio seminario di via Monte san Gabriele, in un’area – quella del Torrione – che molto potrebbe dare». E poi la logistica «che porterà a saturare le abitazioni della città e a spingere alla ricerca nel circondario. Un piano concertato con i paesi limitrofi potrebbe essere vincente. Ricalcando una sorta di area Expo di Milano, con un sistema urbano che gli somigli».
E Sozzani rilancia poi la necessità di capire cosa fare del vecchio ospedale, una volta sarà realizzata la città della salute. Riprendendo una proposta, lanciata dall’assessore Teresa Armienti, nell’ultima serata di formazione di Forza Italia alla presenza del sindaco di Asti, Maurizio Rasero. Ossia «l’insediamento di un distaccamento del Politecnico, a devozione materie scientifiche e tecnologiche» a sostegno anche delle aziende che si insedieranno sul territorio novarese. 
Qualche idea «si potrebbe ancora considerare nel “vecchio” progetto “Gregotti” che pensai io sempre ai tempi del Giordano 1». A opera niente poco di meno che di Vittorio Gregotti, architetto noto in tutto il mondo e da sempre legato alle sue origini novaresi. 
Infine, ma non per importanza, sono «le nuove povertà» a preoccupare Sozzani. «Il nostro assessore Armienti ci sta lavorando giorno e notte. Vanno rilanciate le periferie. Secondo un metodo, quello scritto nel 2016 dall’urbanista della Sorbona, Carlos Moreno. Coniò l’espressione “città di 15 minuti“. Il che significa avere a portata di mano negozi, servizi e spazi di tempo libero nel giro di una manciata di minuti”. Ne è anche nato un libro, tutto da leggere: “La città dei 15 minuti. Per una cultura urbana democratica”.
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