Notte di tensioni in Val di Susa. Sgomberato il presidio No Tav di San Giuliano

Il Comitato però rilancia invitando ad una nuova manifestazione questo pomeriggio

Carlo Santori 07/10/2024
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Nuove tensioni nella notte in Val di Susa, nel Torinese, dove le forze dell'ordine hanno sgomberato il presidio di San Giuliano, che era stato allestito sui terreni che devono essere espropriati per la realizzazione della stazione internazionale della linea ad alta velocità Torino-Lione.

L'operazione di polizia è incominciata intorno alle 2 di lunedì ed è terminata alle 5.30 circa. Quando le forze dell'ordine sono arrivate nella zona, hanno trovato le tre strade d'accesso chiuse dalle barricate, inalzate dagli attivisti dell'ala più oltranzista del movimento No Tav. Gli sbarramenti sono stati dati alle fiamme dagli antagonisti che, travisati, circa un 150 persone, hanno lanciato bombe carta, sassi e razzi contro la polizia. In risposta sono stati sparati numerosi gas lacrimogeni.

I roghi delle barricate sono stati spenti dai vigili del fuoco, permettendo così ai reparti mobili di avanzare. Solo dopo circa tre ore, quando le forze dell'ordine sono riuscite a entrare nei terreni e il presidio è stato sgomberato, è tornata la calma.

Dal pomeriggio di ieri i No Tav avevano lanciato appelli sui canali social, invitando le persone a salire in Val di Susa perché sospettavano che lo sgombero fosse imminente, come in effetti è stato. Il presidio era stato allestito alcuni giorni fa ed era stato dedicato a Sole e Baleno, ovvero Maria Soledad Rosas e Edoardo Massari, i due anarchici che nel 1998 si tolsero la vita, dopo essere stati arrestati perché accusati di una serie di attentati in Val Susa contro la linea Torino-Lione.

Non ci sta il movimento No Tav che con un comunicato denuncia: «Un atto totalmente illegale anche se comparato con il nuovo ddl sicurezza, il quale prevede pene spropositate a chi occupa le case in quanto la proprietà privata è considerata sacra, ma che in Valsusa invece, vede invertirsi i principi dello stato 'liberale' e, di conseguenza, la proprietà privata diventa un inutile orpello da calpestare».

Un presidio - sottolineano i No Tav - «che, seguendo ciò che dovrebbe essere previsto dalla legge, sarebbe dovuto rimanere accessibile e in mano ai 1054 proprietari che lo hanno acquistato nel 2012, fino alle fine delle procedure di esproprio - Lo abbiamo già detto, la furia devastatrice di chi vede la Valsusa come un mero corridoio di passaggio da cementificare e fonte di facili profitti, non può e non deve avere la strada spianata», aggiungono i No Tav che lanciano un appello per un'iniziativa questo pomeriggio alle 18.30 al piazzale dell'Assa a Susa.

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