Lucia Musti alla guida della Procura di Torino
Al PalaGiustizia la cerimonia di insediamento del nuovo procuratore generale, alla presenza del governatore Cirio e del sindaco Lo Russo: Gli auguri dell’ex procuratore Saluzzo, che ha detto: “Si lavora insieme e si lavora bene, ma è un inferno"
Sì è svolta nell'aula magna del Palazzo di Giustizia di Torino la cerimonia di insediamento di Lucia Musti alla guida della Procura generale del Piemonte.
Musti, originaria di Sabaudia (Latina), nel discorso di insediamento ha ricordato di avere trascorso fra Torino e Alessandria gli anni dell'infanzia e della sua gioventù «con la frequentazione scolastica dalle scuole elementari fino al penultimo anno dell'adolescenza».
Quindi (precisando di voler essere chiamata «procuratore generale» e non «procuratrice") ha spiegato di avere scelto la sede piemontese, dopo avere operato a Cagliari, Trieste, Bologna e Gela, «perché raccogliere le sfide e misurarsi con un distretto diverso da quelli che si conoscono è un'occasione straordinaria di servire il mio Paese e di crescita umana e professionale».
Il precedessore di Lucia Musti, Francesco Saluzzo, nel lasciare l’incarico, ha detto che Torino «è una sede particolare. C'è una capacità di dialogo fra le istituzioni, improntata all'essenzialità e alla concretezza, che non si riscontra altrove. Si lavora insieme e si lavora bene. Ma è un inferno. Dietro una facciata di perbenismo, si nasconde un mondo difficile».
Oltre a citare l'antagonismo e la lotta No Tav, che ha definito «un fenomeno unico», l'ex pg ha parlato della «disponibilità dei piemontesi» a tessere rapporti «con la criminalità organizzata: non solo cedono, ma cercano di farci affari».