«La Torino del sindaco-scrittore Lo Russo non è da noir, ma da horror»

Fontana: «Torino, proprio grazie all'operato dello stesso primo cittadino e di chi lo ha preceduto, è una città che gli può offrire molto materiale in materia di 'gialli'»

Marco Fontana 21/08/2025
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Il sindaco del Comune di Torino, Stefano Lo Russo, torna dalle ferie e annuncia ai giornalisti divertiti di aver iniziato a scrivere un romanzo 'noir' per divertissement. La notizia del giorno diventa subito questa, ma più che un giallo pare un horror.

Torino, proprio grazie all'operato dello stesso Lo Russo e di chi lo ha preceduto, è una città che gli può offrire molto materiale in materia di 'gialli', visti i continui fatti di cronaca che la vedano assurgere alla ribalta nazionale negli ultimi tempi, tra accoltellamenti, omicidi, risse, danneggiamenti, spaccate nei negozi, rapine, flirt della politica con aree eversive.

Il primo cittadino di Torino, grazie alla sua (non)azione amministrativa riguardo ai problemi della città e alla sua eccessiva azione per lottizzare il potere a favore del Sistema Torino e del Sistema Pd, è infatti riuscito a creare tutti gli ingredienti giusti per rendere l’ex capitale d’Italia una ambientazione perfetta per un libro a tinte fosche. Potrebbe scrivere non uno, ma una serie di libri da far invidia a Simenon e Patterson, i re indiscussi del giallo, e tutto grazie proprio a quel Palazzo Civico e a quella Giunta che sarà protagonista a suo dire del suo romanzo. 

Resta la curiosità di appurare se nel suo libro troveranno ospitalità i tanti problemi di Torino che proprio lui lascerà in eredità tra due anni alla nuova Amministrazione che avrà l’onere di rimetterla in piedi dalle macerie prodotte in questi anni e nei precedenti trenta di quasi monocolore Pd.

Torino è infatti nella Top Ten delle città più inquinate d’Europa, la seconda d’Italia, la prima per temperature estreme ed emissioni di biossido di azoto e Pm10. Ma non solo: è anche la prima città in Italia che perde più imprese nel primo trimestre 2025 e infatti è anche la Provincia con più ore di cassa integrazione, segnando proprio nel capoluogo di regione un aumento del 152% delle ore richieste rispetto al 2024.

Le famiglie in difficoltà è naturale quindi che siano raddoppiate nel giro di appena un anno, passando dal 12,9% al 29,2%, secondo i dati della Camera di Commercio, portando a un +28% gli aiuti che deve gestire Caritas per far fronte al disastro sociale prodotto.

Pure il ceto medio si è impoverito, portando Torino agli ultimi posti nella classifica delle città del Nord Italia.

Con questi dati sarà un caso se Torino risulta tra le grandi città europee con un maggior utilizzo di droga? Con il Po diventato un fiume che ospita ampiamente i reflui da utilizzo di coca, ecstasy e ketamine? Ecco sarebbe interessante capire se il sindaco, mentre scrive per diletto il suo primo libro, parlerà anche di questa Torino, quella degli 'ultimi', che proprio la sua Amministrazione ha creato e abbandonato nella solitudine. Un primato che ha raggiunto non da solo certamente, ma che ha condiviso con l’ex sindaco e governatore piemontese Sergio Chiamparino e i vari sindaci di centrosinistra che l’hanno preceduto, monopolizzando la scena politica cittadina degli ultimi trent’anni.

Un monopolio che ha tramutato Torino in Capitale sì, ma dei record da dimenticare.

Purtroppo quindi il bestseller di Lo Russo nasce con un difetto. Si conosce già il colpevole che si aggira spettrale nei corridoi di Palazzo Civico: proprio il medesimo scrittore e primo cittadino. Se non fosse che Torino è così in declino si potrebbe anche sorridere per l’hobby intrapreso dal sindaco Lo Russo. Un normale cittadino però con i dossier che ha sul suo tavolo il sindaco non dormirebbe la notte, figuriamoci se si permetterebbe di trovare il tempo per trovarsi un ‘dopo lavoro’ per quando terminerà il suo mandato.

Dalla cessione agli Indiani del gioiello Iveco, alla mancanza di sicurezza nei parchi cittadini come nel caso di Parco Sempione, dal fallimento delle 'zone rosse' al moltiplicarsi di accampamenti informali come quello davanti al Palazzo di Giustizia, dal dossier Rear alla riduzione dell’aspettativa di vita in città di 24,7 mesi a causa dello smog, dai malfunzionamenti energetici e black-out ricorrenti alla scarsa manutenzione delle strade che in alcune zone paiono zone di guerra, dal tentativo di espropriare le case sfitte ai legittimi proprietari al creare co-progettazioni con gli okkupanti del centro sociale Askatasuna, dalla riduzione di popolazione della città e dal calo demografico alla fuga degli universitari dalla città dove prendono la laurea. Sono tutte emergenze che avrebbero meritato ben altro approccio, e ben diversa serietà da parte di un sindaco che torna dalle ferie.

D’altra parte, ai giornalisti che gli domandavano qualche possibile soluzione su alcuni di questi temi ha giocato allo scaricabarile verso il Governo. L’arte del ping pong è uno sport che funziona sempre bene quando si ha mancanza di argomenti...

Per un sindaco che dice no al teaser, disarmando la propria Polizia locale, e che nel nuovo Piano regolatore come risposta ai siti industriali abbandonati propone più orti urbani forse non si può pretendere di più. Anzi, bisognerebbe sperare che sfondi con il suo romanzo, così che lasci ad altri l’onere di governare una Torino che meriterebbe di tornare a essere Capitale economica dell’Italia e non Capitale dei record da dimenticare.

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