L' "invenzione" del fascismo finisce a Genova dove prese corpo

Un convegno spiega una lunga storia della politica italiana costruita sulla demonizzazione della destra

Diego Pistacchi 25/11/2024
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La sede del convegno
«L’invenzione dell’antifascismo». Un convegno con questo titolo, a Genova, avrebbe sempre provocato una guerriglia. Non è stato così sabato, anche se uno sparuto gruppuscolo di estremisti ha provato a chiamare alla mobilitazione. La notizia è tutta nella ritrovata democraticità di una città che non è più schiava dei soprusi dell’estrema sinistra, che non cede alle minacce di squadristi rossi. Ieri pomeriggio, allo Starhotel, il convegno ha visto la presentazione del libro «L’invenzione dell’antifascismo», dello storico Pietro Cappellari. Fuori, in piazzetta delle Americhe, una trentina scarsa di militanti di Genova Antifa, che aveva lanciato il consueto tam tam su internet promettendo «nessuna agibilità ai nostalgici del Movimento Sociale» e una reazione «con i nostri modi, alla nostra maniera, perché nessuna sfilata nazista resta senza risposta». Risposta che non c’è stata. La polizia ha con grande professionalità tenuto a distanza i contestatori, garantendo un accesso tranquillo all’hotel anche ai clienti e agli avventori non interessati al convegno.
«Anche a Genova viene rispettato finalmente il diritto di associazioni e cittadini a riunirsi liberamente e a parlare di qualsiasi argomento storico e culturale - sottolinea con soddisfazione Francesco Tringale, uno degli organizzatori -. Grazie a una proficua collaborazione con la questura e lo stesso hotel, è stata concessa ma contenuta una becera contestazione di pochi».
L’argomento non era certo irrilevante. “La nascita di un instrumentum regi che impedisce la pacificazione nazionale, genera odio e produce violenza”, era la tesi, contenuta nel sottotitolo del libro. Una tesi che spiega, proprio partendo dai fatti del 30 giugno 1960 a Genova, un periodo della storia politica italiana forse non ancora conclusa oggi. «Pietro Cappellari ha sottolineato come la vulgata ha raccontato che a Genova nel 1960 è stato impedito a un partito pericoloso di tenere il proprio congresso. In realtà si è voluto rendere impossibile la nascita di un centrodestra di governo. E tenere lontano il centro da alleanze con la destra, rendendo indispensabile la sinistra. Dopo i fatti di Genova una trentina di amministrazioni locali saltarono in aria». Ci vollero Berlusconi e lo sdoganamento di Fini. «Ma ancora oggi, ad ogni elezione, torna il solito ritornello sul rischio fascismo, sulle destre», conclude Tringale. L’«invenzione» dell’antifascismo si è conclusa sabato nella stessa Genova dove prese corpo.
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