Il centro lascia la sinistra, Azione e Italia Viva indeboliscono Orlando

Verso il voto in Liguria: un sondaggio premia ancora il centrodestra

Diego Pistacchi 14/08/2024
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Matteo Renzi e Carlo Calenda
Il campo della sinistra ligure sembra largo, anzi larghissimo. Ma è solo la sensazione di quelli che ci stanno dentro e in effetti vedono tanto spazio libero accanto a loro. A forza di veti e rinunce i partiti della vecchia opposizione si ritrovano belli comodi e addirittura rischiano di perdere altri pezzi.
Soprattutto è ormai il campo della sinistra. Perché di centro non ce n’è più. Per conferma chiedere a Matteo Renzi e Carlo Calenda, che pure in un primo momento si erano detti disponibili a entrare in una coalizione con Pd e compagni. L’ex premier tutto sommato non avrebbe neppure ancora annunciato capovolte, ma a farlo per lui ci pensano i grillini, quelli che già ce l’hanno con Andrea Orlando come candidato presidente.
L’aut aut pentastellato è netto: o Renzi molla Marco Bucci in Comune (mettendo a rischio la tenuta della giunta, visto il peso che grazie a liste cosiddette civiche hanno ottenuto gli esponenti di Italia Viva), oppure resta fuori del gruppo. Non che l’ex sindaco di Firenze ci perda il sonno. Semmai è più il suo braccio destro, anzi sinistro, Lella Paita, che sognava la «rivincita» del 2015  con Giovanni Toti che l’aveva battuta contro tutti i pronostici, anche contro quelli di chi, persino  dichiarandosi osservatori competenti e di area di centrodestra, si diceva certo della continuità dell’esperienza di Claudio Burlando tramite la sua delfina,
La doccia più gelata, la sinistra ligure l’ha invece ricevuta ieri dalle colonne del Corriere della Sera e da Carlo Calenda, che ha chiaramente detto che l’appoggio di Azione a sinistra in Umbria ed Emilia è scontato, Ma che altrettanto non lo è in Liguria. Che molla sberloni a presunti alleati, allo stesso candidato presidente e persino ai suoi stessi uomini (e donne) liguri. «In Emilia e Umbria saremo con il, centrosinistra, ci sono candidati ottimi e riformisti. In Liguria è diverso». Colpito e affondato Orlando. Poi tocca appunto al resto della truppa, nella quale sono ben coperti e allineati anche gli esponenti locali di Azione: «Non ci è piaciuto come è stato attaccato Toti, al di là delle sue eventuali responsabilità, perché in gioco c’è lo stato di diritto. Non è tollerabile tenere una persona ai domiciliari finché non si dimette».
E la piazza della sinistra genovese ha chiesto proprio questo. Poi l’affondo sul programma: «Chiediamo che si vada avanti sulle Infrastrutture e non che ci si opponga anche alla Gronda». Orecchie che fischiano ai grillini ma non solo. Il rischio che molti «azionisti» liguri, in particolare chi come Pippo Rossetti e Cristina Lodi, sempre pronti all’opposizione dura contro Toti e Bucci, queste cose non le possano accettare. Ma nel caso lasciassero Calenda, per la sinistra non ci sarebbe un aumento di voti, dal momento che entrambi tornerebbero solo a casa, in quel Pd per i quali erano stati già eletti e avevano già portato i loro voti,
Un campo dove si sta larghi e soprattutto senza centro? Ma perché questo improvviso cambio di rotta? Non è escluso che le notizie sulla reale partita che si giocherà in Liguria siano arrivate anche ai vertici romani. La vittoria schiacciante, già pregustata dalla sinistra dopo la caduta a mezzo inchiesta di Toti, si sta rivelando solo una narrazione agostana. E che si sia trattato di un colpo di sole lo dimostra anche l’esito di un sondaggio realizzato nei giorni scorsi da Euromedia Research per la formazione di Toti. Alessandra Ghisleri non è professionista che si faccia condizionare dal committente e, per tornare a quel 2015 della sorpresa, fu anche l’unica a prevedere al centesimo l’affermazione del centrodestra nella Liguria rossa da sempre. Secondo il rilevamento. Andrea Orlando sarebbe battuto, soprattutto nel caso in cui il centrodestra schierasse presidente Ilaria Cavo (52,3%) o Marco Scajola (53,1%), che avrebbero addirittura più consensi del leghista Edoardo Rixi (comunque vincente), ma anche Giacomo Giampedrone o Pietro Piciocchi, Ci sono molti ancora indecisi, è vero e la sondaggista lo precisa. Ma dopo il battage mediatico che continua da tre mesi incessante contro il centrodestra per l’inchiesta, gli indecisi di oggi potrebbero addirittura essere riconquistati quando si parlerà di politica, di programmi e di cose realizzate, anziché di accuse ancora da provare.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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