«Mandiamo un abbraccio forte alla popolazione di Valencia, vedendo le immagini mi sembrava di essere qua». È toccante la testimonianza di Attilio Toffi, marito di Evelina Pietranera, una delle vittime dell’alluvione del Fereggiano del 2011 di cui ieri Genova ha voluto ricordare l’anniversario. Sei morti, tra cui due bimbe di 1 e 8 anni, inghiottite da acqua e fango insieme alla mamma. Un dramma riproposto, con l’aggravante di numeri spaventosi, dalle notizie in arrivo dalla Spagna. Quella del 2011 è stata una delle tante tragedie del genere che hanno sconvolto Genova fino a pochi anni fa. E che finalmente hanno portato alla svolta.«Devo dire che c’è più attenzione, più consapevolezza, più attenzione da parte nostra e da parte delle istituzioni - aggiunge Toffi -. Da qua non sono andato via, anche se avrei voluto. Adesso credo che via Fereggiano sia più tranquilla di altri posti perché abbiamo lo scolmatore che è stato fatto».
Dopo una breve ma sentita cerimonia, con la deposizione delle corone sulla targa in memoria delle vittime, rifatta dal Municipio perché consunta dopo tanti anni, c’è stato spazio anche per alcune considerazioni rivolte a una costante cura del territorio, a un miglioramento della sicurezza grazie al contrasto al rischio idrogeologico. «Per quanto riguarda la Liguria, faremo un’indagine operativa sui punti più critici - ha assicurato Marco Bucci, sindaco di Genova, neo eletto governatore -. La piana di Albenga lo è sicuramente, ma ce ne sono altri che vanno messi a posto. Ci daremo da fare per fare una revisione completa, non solo a valle ma soprattutto a monte». Bucci si è anche impegnato a prendere in mano prima possibile il completamento dello scolmatore del Bisagno, ma ha anche messo in guardia da chi, sull’argomento, usa soprattutto frasi fatte. Una stoccata indiretta anche al suo ex rivale Andrea Orlando che parlava di consumo di suolo zero e cemento zero. «Non riesco a capire cosa significhi, dire tutto sì o tutto no è demagogia - è stata la replica di Bucci -. Il cemento nei rii serve per proteggerli, abitarci è sbagliato, ma oggigiorno non si fanno più case dentro, saranno 10 o 15 anni. Il cemento serve per fare gli argini. Bisogna valutare opera per opera quello che serve e quello che non serve».