Dodicenne stuprata nella stazione ferroviaria di Torino

La Polizia indaga anche su un presunto giro di adescamenti

Marco Cortese 01/03/2025
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Orrore nella toilette della stazione ferroviaria di Torino, dove una ragazzina di 12 anni sarebbe stata abusata da un giovane di 20. Una vicenda le cui indagini presero il via sette mesi fa, quando una coppia di turisti olandesi, in attesa di un treno nella centralissima stazione torinese di Porta Nuova, chiamò la polizia quando sentì dei rumori provenire dai servizi igienici. Gli agenti bussarono e solo dopo qualche minuto uscirono il ventenne e la dodicenne. Ora la procura ha chiuso le indagini si prepara a chiedere il rinvio a giudizio del ventenne. I risvolti da chiarire, in una vicenda che ha sconcertato tutti gli operatori che fin qui sono stati chiamati a occuparsene, avvocati e psicologi compresi, sono ancora tanti.

È in corso anche un supplemento di indagine: nelle chat della bambina sarebbero stati trovati riferimenti a incontri con altri giovani, adolescenti o poco più.

L'indagato, che è assistito dall'avvocata Stefania Guadagno, ha detto che la bambina era consenziente e che gli era sembrata ‘molto più grande’ di quel che era in realtà. Ma l'accusa, per il momento resta quella di violenza sessuale e, anche se dovesse cadere, verrebbe modificata in 'atti sessuali con minorenne', che prevede condanne a pene detentive molto simili. Scrive la gip Ersilia Palmieri: «È vulnerabile, sia per l'età che per l'evidente immaturità emotiva e sentimentale, oltre che sessuale».

I poliziotti certificarono che la dodicenne, sul momento, sembrava come impietrita. All'ospedale infantile Regina Margherita, dove fu portata subito, spiegò di avere incontrato quel ragazzo davanti alla stazione, di avergli detto che aveva 13 anni (lui rispose 18), che dopo un gelato e una passeggiata si appartò con lui, che la mamma non sapeva nulla dei suoi rapporti sessuali.

Tre settimane dopo, con gli assistenti sociali, cambiò versione: lui l'avrebbe spinta a fumare marijuana e, una volta intontita dallo stupefacente, l’avrebbe obbligata a seguirlo. La difesa si chiede però cosa significa «essere obbligata», dato che in quel punto della stazione «c'è sempre un gran via vai di viaggiatori e di gente che fa shopping nei negozi dell'area commerciale».

Adesso la polizia sta indagando sul telefonino della dodicenne e sui profili di uomini che l'avrebbero adescata, dopo che la madre ha scoperto chat dove si parlerebbe di incontri nei bagni dei centri commerciali e della stazione stessa.

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