Al carcere di Ivrea un detenuto ventunenne di origine egiziana dà in escandescenze e manda in ospedale otto agenti di polizia penitenziaria dopo aver seminato scompiglio all'interno della struttura. Tutto è cominciato alle 18 di mercoledì.
Il giovane, «in evidente crisi psicofisica», chiedeva insistentemente l'erogazione di una specifica terapia, rifiutandosi di collaborare con il personale. I tentativi di mediazione si sono protratti fino alle 3 di notte quando, all'improvviso, l'uomo si è scagliato contro gli agenti in servizio, ferendone otto. Tutti refertati al pronto soccorso. Prima che anche il detenuto venisse accompagnato in ospedale, il ventunenne ha tentato di impiccarsi senza però riuscirvi per il tempestivo intervento del personale di polizia penitenziaria.
«Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza interna alle carceri in cui sono i poliziotti penitenziari a rimetterci - commenta il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci - Non ci si meravigli d'altra parte che un solo detenuto riesca a ferire otto poliziotti penitenziari in quanto i detenuti in Italia sono pressoché intoccabili oltre che spesso impuniti e molti appartenenti alla Polizia Penitenziaria preferiscono una buona convalescenza ad un brutto processo. Né l'amministrazione ha fatto in modo che il personale fosse adeguatamente preparato e dotato degli strumenti necessari per affrontare queste violenze».