La Procura di Torino ha avviato una serie di accertamenti sul caso dell'autobus precipitato nel tratto cittadino del fiume Po nella zona dei Murazzi, nei pressi di piazza Vittorio Veneto, in cui sono state ferite tre passanti e ha perso la vita l’autista 63enne, Nicola Di Carlo, fondatore della Di Carlo Tours, la ditta di Guglionesi (Campobasso) che si occupava della gita di una scolaresca milanese nel capoluogo piemontese, che per fortuna non si trovava a bordo del mezzo quando è avvenuta la tragedia.
I primi a prestare soccorso sono stati alcuni canoisti dei circoli sportivi presenti sulle rive del fiume Po. A tirare il conducente fuori dal mezzo sono stati proprio loro, sfondando con un martello il vetro del bus.
Della questione si occuperà un pubblico ministero specializzato nelle materie di prevenzione e sicurezza sul lavoro. Tra i soggetti che hanno svolto i primi rilevamenti ci sono i funzionari dello Spresal, dato che la vittima era un lavoratore. Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente: l’autista potrebbe avere avuto un malore, oppure potrebbe essere stata effettuata una manovra sbagliata in retromarcia oppure, ancora, ci potrebbe essere stato un guasto al mezzo, magari al cambio o al sistema di pilotaggio automatico.
«In questo momento chiedo di rispettare il nostro dolore» – dichiara Carmine Di Carlo, figlio dell’autista di Guglionesi, che era molto conosciuto in paese dove vivono anche i due figli ed era considerato «l’amico di tutti» «Era un grande lavoratore, molto stimato. Una persona perbene – dicono amici e conoscenti a Guglionesi – e in ambito turistico operava da un decennio. Nicola è stato il fondatore dell'azienda, che ha un'ottima reputazione. È molto seria e, per questo, lavorano in tutta Italia».
Secondo alcune testimonianze raccolte nel borgo molisano, uno dei figli era proprio impegnato in un tour quando sembra abbia appreso della tragedia accaduta al padre. «Il pullman ha il pilota automatico – dicono ancora in paese – per cui potrebbe anche esserci stato un guasto. Aspettiamo di capire cosa sia accaduto, ma il dolore è grande per questa tragedia».
Il sindaco del Comune di Torino, Stefano Lo Russo, è stato sul luogo della tragedia insieme all’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda e al comandante della Polizia Locale Roberto Mangiardi.
«Il pensiero e la vicinanza della Città – ha dichiarato il primo cittadino – vanno ai familiari della vittima di questo drammatico incidente e alle persone rimaste ferite». «Le dinamiche – sottolinea il sindaco – sono ancora in corso di accertamento ma le conseguenze, a quanto si apprende, avrebbero potuto essere ancora più gravi. Un ringraziamento particolare a tutte le Forze dell’Ordine che sono intervenute, ai Vigili del Fuoco, ai sommozzatori, alla Polizia Locale e alla Protezione Civile della Città di Torino».
«Esprimo il mio più profondo cordoglio per la tragedia avvenuta nel cuore di Torino. La notizia del pullman precipitato nel Po e della morte dell'autista mi ha profondamente colpito. Desidero manifestare la mia vicinanza alla famiglia della vittima, in questo momento di immenso dolore. Un augurio di pronta guarigione va anche alle persone rimaste ferite, con l'auspicio che possano ristabilirsi al più presto». Così il vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario regionale del partito Roberto Rosso, che ringrazia «forze dell'ordine, soccorritori e personale sanitario, intervenuti con tempestività e professionalità».
Sono durate parecchi ore le operazioni di recupero dall’autobus turistico parzialmente inabissatosi nel Po, da parte dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale. Il bus è stato messo sotto sequestro per verificare se ci sia stato un guasto, in particolare al sistema frenante. Le indagini per far luce su quanto accaduto sono affidate alla Polizia Locale, che ha già proceduto ai rilievi sul posto. Bisognerà inoltre attendere l'autopsia per capire se il conducente, Nicola Di Carlo, 64 anni, l'unica vittima dell'incidente, è stato colto da un malore prima che il mezzo iniziasse a sbandare.
Intanto, l’onorevole Deodato Scanderebech, che si è recato sul luogo dell’incidente dopo aver visionato un video che mostrava lo stato del muro di contenimento divelto dal bus, dichiara: «Ho constatato di persona che la situazione strutturale del muro è ancora più grave di quanto immaginassi. Osservando il muretto, è evidente che non sia stato costruito a regola d’arte: mancano i ferri di armatura indispensabili per ancorare il muretto al muro di contenimento. Inoltre, i blocchi di pietra risultano semplicemente sovrapposti l’uno sull’altro, senza alcun ancoraggio adeguato».
Scanderebech quindi si domanda: «Se questo muretto fosse stato realizzato correttamente, avremmo assistito a questa tragedia? Da ingegnere, sono convinto di no, ma spetterà alla Magistratura stabilirlo». Infine, rivolge «un appello alle autorità competenti: è essenziale verificare la sicurezza delle nostre infrastrutture e intervenire tempestivamente dove necessario, affinché simili tragedie non si ripetano mai più».