Alla fine Torino ospiterà il convegno contro la Russofobia

Dopo il ritiro della sede istituzionale del Polo del '900, ad ospitare l'evento sarà il circolo Arci 'La Poderosa'

Elena Marchisio 10/11/2025
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Dopo due giorni surreali alla fine il convegno contro la 'Russofobia' si farà a Torino. E promette di diventare in un boomerang per gli oppositori perché, come proclama uno dei protagonisti, lo storico Angelo D'Orsi, «la censura moltiplicherà il pubblico».

Inizialmente l'evento era in programma nel Polo del '900, centro culturale ricavato in un antico palazzo del centro cittadino con il sostegno del Comune, della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo. La protesta degli attivisti radicali, che avevano parlato di «iniziativa filo-putiniana» annunciando una contro-manifestazione, aveva innescato una polemica che aveva spinto i responsabili della struttura a imporre uno stop. Ora la data è confermata (il 12 novembre) e a cambiare è la sede: un circolo Arci chiamato 'La Poderosa'. Ma crescerà il numero delle voci dal palco: al giornalista Vincenzo Lorusso e allo stesso D'Orsi dovrebbero aggiungersi l'ex deputato Alessandro Di Battista e l'attore Moni Ovadia. 

D'Orsi afferma che voleva essere della partita anche Alessandro Barbero, ma «con lui organizzeremo un altro incontro, sotto forma di pubblico dialogo con me».  «Gramsci - aggiunge - scriveva che i censori sono innanzi tutto stupidi. E questo caso che mi riguarda lo conferma alla grande. La mia conferenza si sarebbe svolta tranquillamente (a parte qualche drappello di guastatori nazi-radical-ucraino, prevedibile), e avrei parlato a 50-100 persone. Ora, grazie ai miei censori, la conferenza si farà lo stesso, ma il pubblico sarà moltiplicato». 

A gettare il sasso nello stagno, la scorsa settimana, era stata Europa Radicale, che dall'inizio della guerra in Ucraina non smette, dal Piemonte, di denunciare l'esistenza di quella che chiama ‘la peste putiniana’: una quantità di eventi e iniziative culturali che in realtà portano avanti la propaganda del Cremlino. 

Torino, in base a un dossier confezionato dagli attivisti, risulta essere addirittura una delle città italiane più flagellate dal fenomeno. Il primo a intervenire era stato Carlo Calenda: «Questa cosa è organizzata dall'Anppia (associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti - ndr) e siccome molti dirigenti sono del Pd, vorrei chiedere a Elly Schlein di intervenire e al sindaco Lo Russo di evitare questo schifo».

L'Anppia aveva preso le distanze, spiegando che era stata una iniziativa della filiale torinese di cui non era a conoscenza e di cui non condivideva una virgola. Quindi era arrivato lo stop. Ora in ambienti radicali si fa presente che la nuova sede del convegno non è un'istituzione pubblica e che nessuno ha intenzione di impedire alcunché.

Orsi peró non ci sta e ribadisce «Gramsci scriveva che i censori sono innanzi tutto stupidi. E questo caso che mi riguarda lo conferma alla grande».

D'Orsi sottolinea che in questa seconda occasione «interverranno, sia per solidarietà verso il sottoscritto, sia per esprimere il loro dissenso rispetto all'accaduto, e la loro preoccupazione per la deriva parafascista in atto in Italia, oltre a Vincenzo Lorusso, già previsto, Alessandro Di Battista e Moni Ovadia. Che desiderare di più?». Lo storico afferma inoltre che si era reso disponibile anche Alessandro Barbero: «organizzeremo un altro incontro, sotto forma di pubblico dialogo con me, prossimamente».

Intanto prende in piede un mailbombing contro il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, accusato di essere «coinvolto» nel caso del convegno sulla ‘Russofobia’ annullato nel capoluogo piemontese. L'idea ha cominciato a circolare sui social media e, secondo quanto ha pubblicato lo storico Angelo D'Orsi, uno dei relatori del convegno, è di Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione comunista. Ieri Ferrero aveva diffuso una nota in cui invitava lo Russo a «vergognarsi». 

«Che nella città di Gramsci e Gobetti, medaglia d'oro della Resistenza, un sindaco del Pd - era il testo - possa vietare una conferenza a un noto esponente dell'accademia torinese perché contrasta con la vulgata del regime Nato in cui viviamo, significa solo che il fascismo si riproduce in forme diverse, e una è quella impersonata dal sindaco Lo Russo».

«A fronte delle recenti polemiche relative all'annullamento della conferenza programmata dal professor Angelo D'Orsi presso il Polo del '900, al quale ho personalmente chiarito che l'amministrazione comunale non ha avuto alcun ruolo nella vicenda, intendo ribadire che il Comune non ha avuto alcuna parte né nell'organizzazione dell'iniziativa né nella sua successiva cancellazione». Ha precisato, in una nota, il sindaco Stefano Lo Russo, ribadendo che «non è il Comune a decidere quali relatori ospitare, né a stabilire di suo l'annullamento di eventi culturali organizzati dal Polo».

«Detto ciò, colgo l'occasione per ribadire con assoluta fermezza la mia posizione in merito al conflitto tra la Federazione Russa e l'Ucraina», aggiunge Lo Russo, che esprime «solidarietà piena al popolo ucraino nella sua condizione di nazione indipendente e sovrana, e condanno senza esitazioni l'aggressione militare che la Russia ha avviato nei confronti dell'Ucraina».

«Non possiamo restare indifferenti - aggiunge - di fronte alle sofferenze indicibili del popolo ucraino, costretto a vivere sotto i bombardamenti, alle distruzioni di città e villaggi, e al massacro di bambini e civili innocenti, vittime di una guerra ingiustificabile e contraria a ogni principio di umanità e di diritto internazionale».

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