Alessandria: si riaccende il dibattito sul contenimento dei piccioni

Per Coldiretti il volatile rappresenta un serio problema all’agricoltura, ma il contenimento dev’essere affrontato a livello provinciale

01/11/2025
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Il via ad un piano di contenimento non cruento ma più dettagliato e mirato per contrastare il proliferare dei piccioni sul territorio comunale di Alessandria ha riportato l’attenzione su quella che per il mondo agricolo è una vera e propria emergenza.
Infatti, se la problematica dei cinghiali è ormai un fatto evidente anche nei centri abitati, l’altro fronte aperto per gli agricoltori è quello rappresentato dai piccioni. Secondi solo ai cinghiali nella conta dei danni nei campi, questi volatili sono da tempo fonte di grande preoccupazione per Coldiretti Alessandria che, già da tempo, sottolinea la necessità di procedure più snelle per consentire agli agricoltori di difendere i propri terreni.
Il problema dei piccioni è costante, specialmente in concomitanza con il completamento delle semine. E ogni volta la storia si ripete: la campagna si trasforma in una «terra di nessuno», dove centinaia di volatili fanno razzia di sementi e recano gravi danni alle produzioni, infestano i centri abitati, insudiciano abitazioni private e monumenti. Per questo è necessario mettere mano a piani di contenimento pianificati per riportare questa specie di volatili ad un numero più proporzionato e compatibile con l’ambiente.
I danni sono ingenti, quantificati a livello regionale, tra agricoltura e allevamento, in circa 5 milioni di euro all’anno che si possono tradurre in 400mila quintali di cereali, soia, girasole, tra perdite in campo, germogli appena nati e mangimi animali becchettati. A ciò si deve aggiungere la distruzione di colture, la contaminazione di mangimi e il rischio di trasmissione di malattie al bestiame e all’uomo. 
Ma per l’allevamento i danni potrebbero essere ancora maggiori. Il piccione rappresenta, infatti, una possibile fonte di trasmissioni di patologie o di malattie gastrointestinali nel bestiame nelle stalle. Ogni mattina i piccioni calano dalle tettoie per beccare il mangime appena distribuito ai bovini e per bere dagli abbeveratoi, spollinandosi e defecando sugli alimenti che vengono ingeriti dalle mucche con il rischio di infezioni gravi per le attività zootecniche.
Come è noto, la crescita esponenziale dei piccioni causa anche seri danni anche al patrimonio storico e artistico con il loro guano e costituisce un pericolo per la possibile trasmissione di patologie all’uomo attraverso la zecca molle del piccione (Argas reflexus) che è un suo parassita che può attaccare le persone che vivono in prossimità di siti di nidificazione o colonie di questi uccelli e trasmettere infezioni batteriche e shock anafilattici.
Inoltre, esiste grande preoccupazione da parte degli allevatori per le pericolose malattie (come psittacosi, salmonellosi, pastorellosi) che questi volatili, soliti ad alimentarsi con i mangimi distribuiti nelle stalle, possono diffondere negli allevamenti bovini.
«Il piccione è una specie che non può essere gestita dai singoli comuni. Serve l’adozione di un piano coordinato su scala provinciale. Una problematica sulla quale abbiamo puntato l’attenzione anche nel recente incontro con il presidente della Provincia di Alessandria, ribadendo l’importanza di riportare il numero di presenze a livelli compatibili con l’agricoltura e con la sicurezza sanitaria, anche alla luce delle preoccupazioni legate alle emergenze sanitarie come l’influenza aviaria», ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Il piccione rappresenta un problema diretto, per il saccheggio delle semine e dei raccolti ma è anche un problema indiretto, per le contaminazioni dei cereali stoccati e dei foraggi animali. Le stesse patologie di cui è spesso portatore possono attaccare anche gli allevamenti animali. «Soia e girasole sono le colture preferite dai piccioni. Servono delle soluzioni per frenare la proliferazione di queste specie poichè gli agricoltori debbono poter difendere il proprio lavoro. Abbiamo bisogno di strumenti normativi più efficaci, perché se in un campo gli animali mangiano tutto, l’imprenditore perde tutto quello che ha investito, dalla semina, alle ore di lavoro per finire con un mancato reddito a fine stagione», ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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