Per il garante dei detenuti il Carcere di Asti 'fa acqua da tutte le parti'

Mellano denuncia le docce da rifare e le infiltrazioni d’acqua dal tetto

Carlo Santori 02/01/2025
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Presentato il nono dossier delle criticità delle carceri in Piemonte dal Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano con il coordinamento dei Garanti comunali che, per la Casa di Reclusione di Asti è Paola Ferlauto.

La Casa di Reclusione di Asti dal rapporto farebbe 'acqua da tutte le parti' con docce da rifare e infiltrazioni d'acqua. Il Carcere, si legge nel rapporto, è un istituto di alta sicurezza con una piccola sezione dedicata alla media sicurezza (per lo più arrestati e fermati in attesa di  convalida). Al 28 dicembre l’istituto ospitava 251 detenuti di cui 22 afferenti al circuito media sicurezza (di questi 22, 5 sono lavoranti art 21 e 8 sono semiliberi) degli altri 239, 40 sono condannati all’ergastolo, la maggior parte è condannato a lunghe pene dai 20 ai 30 anni di reclusione. 

L’edificio, si evince dal rapporto, risale gli anni 90 e necessita di rifacimento dei tetti piani di alcune zone - ad esempio scuola ed infermeria - sono evidenti i segni di infiltrazioni delle acque piovane. Le sezioni detentive soprattutto al terzo piano, sono molto calde d’estate, tenuto conto delle temperature elevate degli ultimi anni sarebbe utile l’installazione di condizionatori.

In generale si registra ancora una volta la cronica carenza di spazi da dedicare allo svolgimento di attività trattamentali: appaiono necessari ed urgenti lavori di individuazione e di ristrutturazione di locali per renderli idonei all’utilizzo come laboratori di formazione e di produzione che permettano di creare posti di lavoro interni alla struttura detentiva, che da anni è divenuta Casa di Reclusione ad Alta Sicurezza e quindi necessità di lavorazioni interne, essendo più difficile per la popolazione attualmente presente avere la concessione di permessi, benefici esterni, articoli 21 o semilibertà. Gli stessi locali doccia, sovrautilizzati rispetto alle previsioni a causa del sovraffollamento endemico dell’istituto, sono generalmente logorati e insalubri, con significative infiltrazioni d’acqua nei piani sottostanti. Appare urgente e necessario un programma di interventi di ristrutturazione dei locali doccia al fine di poter procedere, un piano per volta, al restauro degli ambienti senza la presenza dei detenuti, portando anche l’acqua calda nelle stanze di pernottamento. Lo spazio, composto da alcune stanze dedicate, collocato sopra l’area dell’infermeria, già segnalato nei due precedenti Dossier, continua a non essere utilizzato, nonostante le indubbie esigenze di locali: le motivazioni addotte per il non utilizzo sono afferenti alla carenza di personale di sorveglianza: un sistema di videosorveglianza potrebbe sopperite alle esigenze di sicurezza e rendere fruibili spazi preziosi. Purtroppo nonostante le segnalazioni, anche quest’anno è trascorso senza un coerente utilizzo della Sala Hobby e del campetto da calcio: particolarmente grave il persistere nel non utilizzare l’area giochi esterna, destinata e attrezzata per i colloqui dei detenuti con i famigliari minori. Per rendere agibile l’area verde per i colloqui esterni era previsto il posizionamento di telecamere per il controllo dei detenuti e dei famigliari. I colloqui dovevano riprendere nella primavera scorsa. 

Nel balletto delle responsabilità e competenze, continua ad essere estremamente inadeguata e spesso francamente indecente - sottolinea il Garante - l’area esterna all’ingresso in istituto: una sola panchina senza alcun servizio di accoglienza, per mesi coperta da erbacce e per un lungo periodo anche transennata per pericolo di caduta rami. Rimane quindi tuttora aperta e sanguinante la ferita dei parenti in visita, costretti a bivaccare all’esterno in attesa del turno di ingresso prenotato, con il solleone o con il gelo, con la pioggia o con la neve. 

Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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