Debora Biglia agli Stati Generali dello Sport a Roma, organizzati dal Dipartimento Sport di Forza Italia, che si sono svolti nella giornata di lunedì ha rimarcato la centralità dello sport nelle politiche comunali, regionali e nazionali. Un cavallo di battaglia che la vede sempre metterci la faccia sin dai primi passi in politica.
«Lo sport è molto più di una competizione: è uno straordinario strumento educativo e sociale, che accompagna la persona in ogni fase della vita. Insegna a stare con gli altri, a rispettare le regole, a conoscersi e superare i propri limiti. È salute, è inclusione, è formazione. Lo sport deve essere al servizio della persona, e quindi della società tutta. Perché migliora il benessere, crea relazioni, unisce generazioni e culture diverse. E in un momento storico dove il senso di comunità rischia di indebolirsi, lo sport ha un ruolo fondamentale nel ricucire il tessuto sociale» ha spiegato Biglia.
«Le nostre società sportive dilettantistiche sono veri e propri presìdi educativi - prosegue l'esponente azzurra - Ogni allenatore, che dà una mano nel suo piccolo paese o quartiere, è un educatore. Eppure queste realtà lavorano con pochissime risorse, e molto spesso senza il giusto riconoscimento.
È per questo che servono politiche serie di sostegno e valorizzazione dello sport di base. Come Forza Italia, abbiamo sempre ritenuto che lo sport debba avere un posto centrale nelle politiche pubbliche, e lo abbiamo dimostrato con atti concreti. Pensiamo alla proposta – già sostenuta dal nostro partito – di rendere strutturali gli aiuti alle ASD e SSD, alla semplificazione delle norme per la gestione degli impianti sportivi, e anche al lavoro fatto per il nuovo contratto sportivo, che tutela chi opera nel settore con più dignità e garanzie. L’accesso allo sport debba essere un diritto di tutti, non un privilegio. Per questo è importante continuare a investire anche nello sport a scuola, rafforzare la figura del docente di educazione motoria, e creare sempre più sinergie tra scuole, società e territorio. Lo sport è anche un potente strumento di inclusione: aiuta a combattere l’isolamento, la devianza giovanile, l’abbandono scolastico. Non ci sono barriere quando si gioca insieme: lo sport è un linguaggio universale. Per questo dico che non possiamo più considerarlo solo una “voce di bilancio”, ma dobbiamo iniziare a vederlo per quello che è davvero: un investimento strategico».