Torino e il settore automobilistico restano legati da un rapporto indissolubile, malgrado lo smantellamento sempre maggiore dell'industria e le conseguenze del più recente ‘green deal’ europeo.
Non a caso, proprio al Museo Nazionale dell'Automobile, Forza Italia ha organizzato ieri un convegno dal titolo eloquente: «Il futuro dell'automotive passa da qui. Per non essere solo museo».
Istituzioni, dirigenti d'azienda e figure accademiche hanno arricchito il dibattito. Inevitabilmente, le tematiche affrontate sono state svariate e di stretta attualità: la crisi delle grandi aziende e la scomparsa dell'indotto; la transizione ‘green’ e le sue applicazioni più suicide e ideologiche; la competitività delle aziende extrauropee e la carenza delle materie prime.
A tutto questo si sono aggiunti, più recentemente, i dazi di Donald Trump che, invero, rispetto alla profonda crisi decennale del settore automobilistico, avranno un impatto più marginale. Su quest'ultimo punto si è anche espresso uno studio di Prometeia, un istituto che si occupa di consulenza e ricerca economica.
Nel corso del convegno si sono susseguiti, tra gli altri, gli interventi istituzionali di Maurizio Gasparri, presidente di Forza Italia al Senato, Letizia Moratti, componente della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia al Parlamento Europeo, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica.
Da parte delle aziende, invece, sono intervenuti Jean Philippe Imparato, coo Stellantis e, con un videomessaggio, Ola Kallenius, presidente Acea e amministratore delegato di Mercedes.
Hanno completato il quadro gli interventi di Nicola Amati e Cesare Pozzi, professori, rispettivamente, del Politecnico di Torino e dell'Università Luiss Guido Carli di Roma.
A concludere l'evento sono stati Alberto Cirio, presidente del Piemonte, e Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione.
A causa di un lutto familiare è stata annullata la presenza a Torino del vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.
«Il futuro dell'auto – ha detto il vice capogruppo di Forza Italia al Senato e vice segretario del partito in Piemonte, Roberto Rosso – passa da qui. Siamo a Torino, al Museo dell'Automobile, un luogo simbolico che rappresenta la storia e l'identità industriale del nostro Paese. È qui che abbiamo deciso di accendere i riflettori su un tema fondamentale per l'economia italiana ed europea: il futuro del settore automotive. Un comparto strategico, che contribuisce in modo significativo al Pil e che oggi sta affrontando una fase di trasformazione profonda».
«Per questo – ha chiarito Rosso – abbiamo scelto di promuovere un confronto ampio, inclusivo, aperto ai protagonisti del settore: costruttori, esperti, accademici e istituzioni, italiani e internazionali. Torino e il Piemonte non sono una scelta casuale. Questo territorio ha fatto la storia dell'industria automobilistica italiana, contribuendo al boom economico del dopoguerra, e custodisce competenze che rappresentano un patrimonio di valore assoluto. Non possiamo permetterci di disperderlo. Siamo qui per costruire insieme una visione concreta: capire come rilanciare il comparto, quali scelte tecnologiche privilegiare e quale ruolo può giocare la politica per assicurare all'industria dell'auto un futuro solido, innovativo e centrale per lo sviluppo del nostro Paese».
«Vorrei esprimere molti dubbi – ha dichiarato Maurizio Gasparri – sulla transizione verso l'elettrico. Sicuramente dobbiamo andare in quella direzione, riducendo le emissioni inquinanti. Però bisogna rivedere i tempi e i piani previsti dall’Unione Europea e da Greta Thunberg. Anche le ultime verifiche dell’Antitrust lo confermano. D’altra parte, nel corso degli anni, molti manager delle aziende del settore si sono trasformati in ‘casta’, commettendo degli errori, soprattutto a discapito degli operai. Questo convegno però vuole essere costruttivo, di fiducia. Abbiamo il dovere di scrivere il futuro, soprattutto nuove pagine di innovazione e ricerca».
«Confermo i piani sul nucleare – le parole del ministro Gilberto Pichetto Fratin – con l’obiettivo di arrivare tra sette o otto anni a mettere gli italiani nelle condizioni di scegliere la fonte energetica più conveniente, incluso il nucleare, per l’appunto».
«Abbiamo organizzato il convegno volutamente a Torino – ha puntualizzato il ministro Paolo Zangrillo – in un territorio protagonista del boom economico e della motorizzazione del nostro Paese. Qui c’è una cultura che non possiamo disperdere. Occorre il dialogo tra tutte le parti abbandonando l’approccio autoreferenziale che spesso l’Europa ha adottato».
«Sul palco sono salite non solo le istituzioni, ma soprattutto i dirigenti di azienda – le parole, sulla stessa linea d'onda del governatore piemontese Alberto Cirio, che ha ribadito che «occorre non soltanto dialogare, ma anche ascoltare, evitando di salire in cattedra come fa la sinistra. Dobbiamo garantire le condizioni più favorevoli per l’industria. Per la prima volta, con Stellantis e il Comune di Torino, la Regione Piemonte ha sottoscritto un contratto per portare un secondo modello a Mirafiori. Così, se nel 2024 a Mirafiori sono state costruite circa 30 mila auto, nel 2025 si arriverà a 150 mila: un numero più vicino rispetto ai 400 mila degli scorsi decenni. Più in generale, il Piemonte è la prima regione in Italia per gli investimenti delle multinazionali».
«A novembre arriverà la Fiat 500 ibrida a Mirafiori. Arriveremo a produrre 130 mila auto. Questo ci permette di risolvere i problemi dello stabilimento: non voglio che i lavoratori passino la vita in cassa integrazione» – ha dichiarato Jean Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis al convegno sull'automotive organizzato da Forza Italia a Torino.
«Il Piano per l'Italia – ha detto – è sempre con me: dal 17 dicembre lo porto a casa ogni sera» – ha aggiunto, facendo vedere la piantina dell'Italia con le missioni degli stabilimenti. «Il rinvio delle multe dalla Ue? Dà ossigeno, ma non risolve il problema. È un primo passo, ma siamo lontanissimi dalla soluzione» – ha concluso.
«La contrapposizione tra industria cinese e industria europea non ha alcun senso e la collaborazione con l'industria cinese può essere un aiuto per tutti per offrire tecnologie e prodotti in linea con i desiderata dei consumatori europei» – ha affermato Alfredo Altavilla, special advisor di Byd, che ha partecipato con il responsabile europeo di Stellantis Jean Philippe al convegno.
«Fin quando ci saranno i dazi – ha aggiunto – non possiamo pensare a clamorose rivoluzioni sul mercato. Se si lascia spazio ai costruttori cinesi di offrire prodotti competitivi la quota può essere decisamente superiore alla doppia cifra».
«La decisione del presidente Trump – ha spiegato Altavilla – a noi non sposta granché perché ci aveva pensato Biden a mettere il 100% dei dazi sui prodotti cinesi. Peggio di così era difficile fare, non ci ha spostato granché».
«I dazi in Europa – ha osservato – sono totalmente inutili: hanno soltanto peggiorato per i consumatori il prezzo d'acquisto delle auto elettriche cinesi. Non hanno portato alcun annuncio di investimento. Non sono serviti a nulla. Per noi è un mal di testa passeggero perché tra pochi mesi, a ottobre, cominceremo a produrre in Ungheria, quindi non avremo più il problema dei dazi».
«Cambio passo della Ue? Secondo me no. Il rinvio delle multe è una baggianata. Il punto principale per fare davvero un passo avanti è avvicinarsi al principio di neutralità tecnologica: un primo step – ha precisato – potrebbe essere introdurre le ibride nei veicoli che possono girare al 2035. L'industria ha bisogno di certezze. Non si possono cambiare le regole ogni sei mesi oppure ogni volta che arriva un nuovo commissario».
Infine, sulla possibile apertura di una nuova fabbrica in Europa, Altavilla ha dichiarato: «Evitiamo di farlo diventare un tormentone. Abbiamo due impianti in Europa, uno in Ungheria che inizierà tra pochi mesi la produzione, e un altro in Turchia. Cominciamo a saturare questi».