Con la vendemmia alle porte i maggiori Consorzi vinicoli della regione annunciano la diminuzione delle rese, cioè il quantitativo di uve destinate alla vinificazione. Una decisione difficile che coinvolgerà l'intera filiera produttiva in un momento in cui al cambiamento di abitudini alimentari, alla crisi, alla situazione geopolitica si somma la minaccia dei dazi americani.
Il Consorzio Roero Arneis (6,7 milioni di bottiglie nel 2024) e il Consorzio Barbera d'Alba, Langhe, Nebbiolo (9 milioni di bottiglie l'anno scorso) avevano già deliberato nelle loro assemblee soci di luglio di vendemmiare il 10% in meno. Mercoledì scorso lo ha deciso anche il Consorzio dell'Asti Docg (100 milioni di bottiglie ogni anno), mentre il Consorzio del Barbera e dei vini del Monferrato (16 milioni di bottiglie di Barbera, una delle tante Docg gestite, vendute nel 2024) prenderà questa decisione dell'assemblea soci che si terrà dopo Ferragosto.
Le misure sono state adottate in precedenza anche in altre parti d'Italia, ad esempio dal Consorzio per la Tutela del Valpolicella, con il blocco dei nuovi impianti di vite fino al 31 luglio del 2028, dal Consorzio Marchigiano di Tutela dei vini che terrà in magazzino 30 quintali di uve ogni ettaro e dal Consorzio del Brunello che ha ridotto le rese da 80 a 70 quintali per ettaro.
Dal canto suo, l'Unione italiana vini (Uiv), con il suo presidente Lamberto Frescobaldi, ha detto in diverse occasioni in questo ultimo mese che non ci si può più permettere di inondare la Cantina Italia con vendemmie da 50 milioni di ettolitri, che rappresentano la media produttiva degli ultimi 25 anni. I problemi, secondo l'analisi Uiv, c'erano anche prima, ma a venire incontro sono state due vendemmie contenute rispetto alle medie.
Quella di quest'anno invece si preannuncia come una vendemmia eccezionale, come sottolineano i tecnici di Confagricoltura Asti: «Qualità e quantità eccellenti. Per questa annata si prevede un inizio anticipato con rese promettenti, soprattutto per le uve da spumante come Pinot e Chardonnay, che daranno il via alla raccolta. Le operazioni si estenderanno poi al Moscato, a fine agosto, e tra settembre e ottobre con le altre uve a bacca».
E dal presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, Gian Luca Demari, arriva la richiesta di «un cambio di rotta immediato e coraggioso. La riduzione delle rese che diversi consorzi di tutela stanno approvando in queste settimane è una prima misura d'urgenza, ma non può essere l'unica risposta». «Il settore – ha denunciato – ha necessità, quanto prima, di un Piano strategico di medio-lungo periodo».