Le parti sindacali pensano sia giunto il momento di fare nascere un accordo di territorio che difenda e mantenga il tessuto produttivo del distretto orafo di Valenza.
È in questo contesto che Fim, Fiom e Uilm Alessandria ribadiscono la necessità e rinnovano la disponibilità ad avviare un confronto costruttivo con Regione Piemonte, Comuni, associazioni datoriali e consulenti del lavoro. "L'obiettivo principale - dicono - è individuare soluzioni per creare le condizioni ottimali alle grandi, medie e piccole realtà lavorative del territorio".
A oggi le aziende contoterziste hanno in carico meno del 20% degli ordini rispetto al 2024, alcune sono addirittura sotto questa soglia da mesi. La situazione di emissioni di ordini da parte dei grandi brand potrebbe rimanere bloccata fino a fine 2025, viene ricordato. "È evidente - aggiungono i sindacati di categoria - che lo stato di difficoltà permane in un contesto di trasformazione che va necessariamente gestito e non demonizzato".
Fra gennaio e febbraio 98 aziende hanno sottoscritto accordi Fsba (Fondo di solidarietà bilaterale alternativo), che corrispondono a una platea potenziale di 600 lavoratori. Gli accordi di febbraio sono stati 80. Da gennaio a oggi sei aziende orafe, per un totale di circa 60 dipendenti, hanno superato le 100 giornate di Fsba nel biennio mobile.
"È evidente che la situazione di difficoltà sul territorio stia proseguendo ed è impensabile accettare che questa fase sia gestita con riduzioni d'orario, permessi non retribuiti, senza utilizzare o utilizzando solo in parte gli ammortizzatori sociali a disposizione".
Dopo il Consiglio comunale del 17 febbraio a Valenza, dedicato alla crisi distretto orafo, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, lamentano di non aver più registrato novità. "Siamo in attesa di conoscere quali saranno, come e quando agiranno - scrivono in una nota congiunta - le varie commissioni ipotizzate".