Tempo di olio nuovo e i produttori olivicoli della Coldiretti della provincia di Alessandria si preparano alla nuova stagione con grande determinazione, progettualità e voglia di crescere: più produzione ma anche più ettari.
“Raccontare gli ulivi e l’olio Evo è come scattare una fotografia del paesaggio, della cultura e delle tradizioni del nostro territorio. L’attenzione verso la filiera dell’olio sta assumendo, come è stato ribadito anche durante il convegno che abbiamo organizzato recentemente, un’attenzione sempre maggiore. L’olio locale piace sempre di più ed è caratterizzato da una costante domanda in crescita che ci incoraggia ad affrontare con determinazione nuove sfide. Sono ancora lontani i grandi numeri ma la qualità è decisamente eccellente, come perfette sono le sue caratteristiche di fruttato, amaro e piccante che lo rendono gradevole al palato e perfetto con ogni piatto”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Ma quando si acquista una bottiglia d’olio quali sono le principali regole da seguire per portare in tavola l’eccellenza Made in Italy?
Per prima cosa, come ricorda Unaprol, scegliere sempre l’extravergine, prodotto italiano e Dop, diffidare del termine “condimenti”, rifiutare l’oliera al ristorante, leggere l’etichetta.
La prima regola per garantirsi un olio di qualità è preferire la categoria “olio extravergine di oliva” (EVO). E’ la categoria superiore, ottenuto direttamente dalle olive senza estrazione chimica. Fondamentale la lettura dell’etichetta che rivela molte cose sul prodotto che si sta per acquistare: se, ad esempio, troviamo la parola “condimento”, si tratta di una miscela con olio di semi.
Attenzione poi ai prodotti fake. Non è detto che una bottiglia di olio di una marca italiana o che ha il simbolo del tricolore contenga davvero prodotto 100% nazionale, soprattutto se costa troppo poco.
L’origine del prodotto deve essere indicata chiaramente in etichetta: se è italiano sarà riportato «olio italiano» ma se si legge «Ue e non Ue» potrebbe venire da ogni Paese del mondo. Un modo ulteriore per garantirsi la provenienza è quello di scegliere oli a denominazione di origine, Dop o Igp.
La «campagna olearia», inoltre, corrisponde all’anno di raccolta delle olive e può essere indicato soltanto se la materia prima proviene dal medesimo raccolto. Se manca vuol dire che le olive sono state raccolte in anni diversi. E l’olio è vecchio.
Attenzione poi al ristorante, specie se si trova sul tavolo l’oliera. La legge la vieta e bisogna dunque pretendere che l’olio extravergine venga servito confezionato, etichettato e con il tappo antirabbocco. Accanto all’etichetta anche l’analisi sensoriale è importante, usando sia il naso che il palato. L’olio extravergine di qualità profuma di sentori vegetali freschi ed è un po' amaro e piccante.
Occhio pure alla corretta conservazione. L’olio teme tre nemici: calore, luce ed ossigeno. Quindi meglio evitare le bottiglie trasparenti e gli eccessivi travasi.
«Per sapere cosa stiamo acquistando è importante guardare con attenzione le etichette e scegliere un prodotto in cui sia esplicitamente indicato che è stato ottenuto al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche qualitative. E’ importante, inoltre, ricordare come l’oleoturismo stia diventando una realtà sempre più concreta per la provincia alessandrina con attività pensate per accompagnare i visitatori nei luoghi di produzione, tra storia e innovazione, proponendo abbinamenti e degustazioni», ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.