Maltempo, domani Mattarella inaugura monumento a 30 anni da alluvione Alessandria

Il progetto artistico è stato realizzato da Danilo Trogu, maestro ceramista, coadiuvato da Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia per l’innesto urbano dell’opera

Elena Marchisio 25/11/2024
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Domani 26 novembre, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Ma;arella, verrà inaugurato ad Alessandria un nuovo spazio pubblico, caratterizzato da un particolare segno artistico. Drammaticamente attuale il tema, atpica la dedica, si tratta di un piccolo ma significativo landmark in prossimità della Cittadella. Non un 'monumento', nel tradizionale significato di incombente memoria, ma una discreta traccia per non perdere il ricordo del tragico evento, conservandone il valore e gli aspetti umani di generosità e solidarietà. Nel novembre 1994 i fiumi Tanaro e Po esondarono, l’alluvione colpi duramente le città di Cuneo, Torino, Asti e Alessandria.

Il Comune di Alessandria ha scelto di custodire e celebrare la memoria di tutte le persone che intervennero per aiutare, contenere, mitigare i danni e salvare vite attraverso un segno artistico evocativo, in prossimità del Ponte Cittadella (realizzato da Richard Meyer) nel punto d’incontro con il Lungo Tanaro San Martino in uno spazio pubblico destinato a verde.

Il progetto artistico è stato realizzato da Danilo Trogu, maestro ceramista, coadiuvato da Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia per l’innesto urbano dell’opera. Dal lungofiume un declivio sviluppato a gradoni conduce all’area estesa su una geometria rettangolare che occupa poco più dello spazio di un’auto media (240 x 480 cm) alta un metro e venti, dimensione che la rende ben visibile, nella sua completezza, da una persona in piedi. Il volume è rivestito con lastre di gres porcellanato, donate da Casalgrande Padana: su uno dei lati verticali sono incisi i nomi delle vittime; sulla superficie superiore di colore blu/acqua e marrone/fango sono appoggiate piccole case di ceramica smaltata sulle quali sono rappresentate simboliche onde, chiaro ricordo dell’alluvione. Le case paiono sprofondare e in parte sono sommerse. La scelta compositiva restituisce una visione unitaria dell’opera connessa al suo basamento, evidenziandone il carattere celebrativo.

Giorgio Angelo Abonante, sindaco di Alessandria, ha espresso tutti i significati che l’opera porta in sè: "Ringrazio lo sponsor The Blossom Avenue che ha reso possibile la realizzazione di questo monumento e l’artista Danilo Trogu, esponente della prestigiosa scuola della ceramica di Albissola, che ha saputo interpretare con sensibilità il legame tra uomo, terra e acqua, un tema fondamentale per ricordare i trent’anni dall’alluvione del 1994 che ha colpito la nostra Città e gran parte del Piemonte. Sono felice che dopo trent'anni Alessandria abbia un luogo e un simbolo che rappresenta il tributo alle volontarie e ai volontari, alle Istituzioni, alle Forze dell’Ordine e a tutta la comunità di Alessandria, che in quei giorni difficili ha dimostrato un grande spirito di solidarietà, contribuendo tra le altre cose a radicare nella nostra Città e nel Piemonte una forte cultura della Protezione Civile".

Un delicatissimo pensiero si rivela osservando la superficie verticale sulla quale sono incisi semplicemente i nomi di battesimo delle persone morte. Persone non “vittime”, ognuna caratterizzata da emozioni e sentimenti. Non attribuire i cognomi è stata una scelta voluta da Trogu, per restituire, a distanza di trent’anni, un’identità emozionale, più forte di quella anagrafica ormai sfumata, attutita dal tempo.

“Ci sono tanti modi per ricordare, rivolgendosi al passato o al futuro. Ho scelto una visione rivolta al futuro, all’incontro tra le persone in uno spazio pubblico urbano, che conserva la memoria storica dell’alluvione. L’elenco delle donne e degli uomini - vite interrotte e trascinate via dall’acqua – si legge oggi con quieta rassegnazione, ogni nome come fosse un accento del destino e della tragedia, individuale e collettiva. L’innesto dell’opera nella zolla di terra, al margine della riva, quasi sull’argine, è anch’esso un modo per tenere impresso nella memoria che il fiume continua a esistere e ad attraversare la città. La ceramica è materiale straordinario, capace di tenere dentro tutti i tempi: aver realizzato l’opera con questo materiale (per me ligure, terra anch’essa colpita da numerose alluvioni) ha un significato particolare” così l’artista Danilo Trogu. Un segno urbano particolarmente importante, che evidenzia un drammatico nesso con l’attualità geoclimatica: Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) ha contato solo quest’anno in Italia più di 1900 eventi estremi, 1023 nubrifagi, il 91 per cento nelle regioni del Centro Nord. Alfonso Femia, architetto particolarmente sensibile e impegnato sui temi dell’acqua pone l’accento proprio su questo aspetto: “Un’opera importante che reca la testimonianza dell’acqua in eccesso. In trent’anni la situazione si è esasperata, le alluvioni si ripetono con sempre maggiore frequenza, danneggiando gravemente i territori e mettendo alla prova le volontarie e i volontari, la protezione civile quasi uniche risorsa. La cura dei luoghi e la prevenzione non sono temi sui quali esista un’agenda di provvedimenti attuabili in tempi immediati. L’urgenza si trasforma continuamente in emergenza e lo scenario si ripete uguale anno dopo anno. Ma c’è anche l’altro aspetto, quello dell’acqua che manca e che ha sottoposto, durante i mesi estivi, le Regioni del Sud a equilibrismi gestionali al limite dell’assurdo. L’acqua, visibile, invisibile è chiaramente l’elemento fondamentale per la governance urbana del prossimo futuro”. 

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