E' la giornata mondiale dell'Ictus, prima causa di invalidità in Italia
Ogni anno 130mila persone colpite: coinvolge gli over 65 o i giovani che fanno uso di droghe
È la seconda causa di morte in Italia, dopo le malattie ischemiche del cuore, oltre a rappresentare la prima causa di invalidità. L’ictus cerebrale, di cui oggi si celebra la Giornata Mondiale, colpisce ogni anno nel nostro Paese oltre 130.000 persone e si stimano in oltre 1 milione i pazienti con disabilità conseguente all’ictus. Una patologia correlata all’età, sebbene non siano rari i casi tra i giovani, anche a causa del consumo eccessivo e crescente degli stupefacenti. Il numero di casi aumenta con l’invecchiamento, coinvolgendo in particolare gli over65. In alcuni casi l'ictus è preceduto da segni premonitori, i cosiddetti attacchi ischemici transitori o Tia, ovvero episodi di ischemia limitati nel tempo, caratterizzati da paresi, disturbi della parola o altri disturbi di breve durata seguiti da recupero completo. Purtroppo, però, nella maggior parte dei casi l'ictus è un evento improvviso e imprevedibile.
Negli ultimi anni la cura dell’ictus unitamente alla precocità nei soccorsi consente di migliorare le possibilità di cura immediata e di ridurre il rischio di invalidità permanente. Per questo occorre fare molta attenzione ad alcuni segnali, come la paresi improvvisa di una gamba o di un braccio con perdita di forza, il calo della vista, un’improvvisa difficoltà nel parlare. In questo caso il tempo è fondamentale e è importante raggiungere quanto prima un Pronto Soccorso per iniziare terapie trombolitiche. In Italia sono attive in tutte le regioni le Reti Stroke che vedono coinvolte le neurologie dei diversi ospedali, presso cui sono presenti equipe dedicate alla presa in carico delle fasi acute e subacute degli ictus.
"In occasione della Giornata mondiale dell’ictus cerebrale, la Sin ribadisce l’importanza della Neurologia così come la necessità di avere anche nel nostro Paese un ‘Piano Nazionale dell’Ictus’ che consenta di effettuare diagnosi e trattamenti tempestivi, anche a distanza mediante la telemedicina, in tutto il territorio nazionale e che eviti ospedalizzazioni inappropriate o trattamenti inefficaci”, dichiara il professor Alessandro Padovani, presidente della Società Italiana di Neurologia.