Marco Bucci si prende l’ultima parola sulla mafia. Anzi, l’Ultimo colpo. Da ko. Il candidato presidente del centrodestra è stato perseguitato negli ultimi giorni di campagna elettorale da una domanda martellante alla quale non si voleva sentire la risposta. L’insinuazione strisciante era quella che lui fosse colluso alla mafia. Persino una replica sul suo totale disinteresse per quel che pensava in proposito Andrea Orlando, è stato trasformato in un «me ne frego della mafia» (anziché del pensiero dell’avversario), che non ha mai pronunciato. Contava, per l’appunto, molto di più il dubbio sollevato dal candidato della sinistra. La sua opinione trasformata in dato di fatto, su cui rilanciare comunicati, articoli, interviste, post.
Fino a ieri. Fino all’Ultimo intervento. Perché il «capitano Ultimo», l’uomo simbolo della lotta alla mafia, l’ufficiale dei carabinieri che scovò e arrestò dopo 24 anni di latitanza la «Belva», il «capo dei capi» Totò Riina, è intervenuto indirettamente sul tema con un videomessaggio. «Come Capitano Ultimo posso dire che quello che mi piace del sindaco Bucci è il suo modo civico di affrontare la politica che è risolvere i problemi della gente - ha dichiarato Sergio De Caprio, oggi generale dei carabinieri, noto al mondo con il nome in codice ‘’Capitano Ultimo’’ diventato anche soggetto di una sceneggiatura -. Rivedo in lui molto di Iole Santelli (l’ex presidente della Regione Calabria), vedo questa voglia di contrapporsi ai prepotenti, ai violenti, alle mafie, senza ergersi a super uomo. Dialogando con le istituzioni e mettendosi a disposizione delle istituzioni che hanno il dovere di svolgere la lotta alla mafia e di difendere le altre istituzioni. Quindi lo incoraggio e lo voglio sostenere in questa sua azione civica. Il civismo è la nuova politica». Nessun riferimento a Orlando e a chi ha ripreso e rilanciato per giorni la polemica, per trasformarla in arma elettorale contro Bucci. Ma la voce dell’eroe antimafia manda all’aria una settimana di campagna delle sinistre. L’autorevolezza di chi la mafia l’ha combattuta si schiera dalla parte del sindaco che, amministrando, ha fatto scelte concrete per repingere il rischio di infiltrazioni mafiose.
Lo stesso Marco Bucci raccoglie l’assist prezioso. «Ringrazio delle lusinghiere parole il Capitano Ultimo – commenta - uno straordinario servitore dello Stato al quale va la nostra gratitudine per il compito svolto a tutela delle istituzioni e del popolo italiano. Nella mia attività di sindaco e commissario di governo ho sempre dato importanza alla lotta alla criminalità organizzata, lo testimonia quello che è stato fatto per la ricostruzione del ponte di Genova, con la collaborazione di Anac e Prefettura».
Ora anche la stessa risposta che ha sempre dato, senza che nessuno la considerasse degna di attenzione, assume un altro valore. Perché nelle parole di Ultimo si fa proprio riferimento alla correttezza del comportamento di chi ha lavorato con le istituzioni preposte, anziché con i comunicati stampa, riuscendo a tenere lontana la malavita dagli appalti più appetitosi. «Abbiamo costruito un modello snello ed efficace - ribadisce il candidato presidente - che ha permesso di evitare ogni infiltrazione malavitosa nel cantiere della demolizione del Morandi e nella costruzione del San Giorgio. Lo stesso che stiamo utilizzando per la Diga e il tunnel subportuale. Ma anche con il tema dei beni confiscati alla mafia che vede il Comune di Genova attivissimo nella riqualificazione e assegnazione di locali destinati alle associazioni del territorio. La lotta alla criminalità organizzata si dimostra con fatti concreti come quelli che ho portato avanti come sindaco e commissario e che porterò avanti come presidente della Regione Liguria. C’è invece chi in questi giorni sta cercando di dipingere la Liguria come una terra di malavitosi: non è tollerabile chi, tra i nostri avversari per propaganda, infanga il buon nome della nostra terra». Prima si rispondeva con i fatti alle parole. Visto che c’è chi dà più peso alle parole, sono arrivate quelle di Ultimo.