Delitto del trapano: dopo 29 anni c'è un indagato

Ancora un cold case in Liguria: l'assassino di Maria Luigia Borrelli sarebbe un carrozziere che ora ha 65 anni

10/09/2024
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Ancora un cold case in Liguria. Questa volta la procura di Genova vuole fare chiarezza su uno degli femminicidi più cruenti che avevano sconvolto l’opinione pubblica dell’epoca. L’inchiesta è sul delitto «del trapano», l’omicidio di Maria Luigia Borrelli, la donna di 42 anni, infermiera di giorno e prostituta di notte, massacrata il 5 settembre 1995, in vico Indoratori a Genova, nel basso che utilizzava per prostituirsi. Gli investigatori della squadra mobile e della guardia di finanza, coordinati dal sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, nei giorni scorsi hanno eseguito un decreto di perquisizione nei confronti di un uomo di 65 anni genovese, dipendente di una carrozzeria. All’uomo, che ha problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo e avrebbe contratto molti debiti nel corso della vita, gli inquirenti sono arrivati grazie a diversi elementi, compreso il dna lasciato sulla scena del crimine. È accusato di omicidio e rapina. Avrebbe ucciso Antonella - così Borrelli si faceva chiamare nella sua doppia vita - dopo aver consumato un rapporto sessuale portandole via il portafoglio con l’incasso della giornata. Due anni fa c’era stato l’ultimo colpo di scena nel cold case quando una supertestimone aveva raccontato agli investigatori che la madre - ex infermiera come Borrelli - le aveva confidato di aver visto un primario del San Martino, alcuni giorni dopo l’omicidio, con graffi al volto e al collo. Il medico era morto nel 2021. Le comparazione del dna - fatta attraverso alcuni parenti dell’uomo - tuttavia nel luglio di un anno fa aveva dato esito negativo. Lo stesso esito negativo, in passato, aveva portato a scagionare una lunga serie di sospettati. Ma gli investigatori non si fermano mai e anche se sembra che alcuni delitti siano stati dimenticati non è così, visto che se emergono nuovi elementi le indagini vanno avanti. Il tempo non gioca a favore degli inquirenti però. La procura di Genova che aveva chiesto l’arresto del carrozziere, ma il giudice Alberto Lippini però ha detto no: dal delitto sono passati 29 anni e non sussistono più oggi le esigenze cautelari, vale a dire il rischio di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove o anche il pericolo di fuga. Nell’ordinanza di rigetto sarebbe però confermata la gravità del quadro indiziario.  Contro la decisione del giudice la pm Patrizia Petruzziello, che coordina le indagini di squadra mobile e guardia di finanza, ha presentato appello al tribunale del Riesame. L’udienza è stata fissata per lunedì 23 settembre. Per gli investigatori il carrozziere, avrebbe ucciso la donna per rapinarla. Un delitto aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, come dimostrano i 15 fori di trapano rilevati sul collo e sul torace della vittima.
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