Come pronosticato da sondaggi e opinionisti, il referendum sui 4 quesiti in materia economica e quello sulla cittadinanza, non hanno raggiunto il quorum richiesto per l'abrogazione delle leggi a cui si riferivano.
La vittoria dell'astensione è parsa chiara fin dal rilevamento sull'affluenza delle ore 12 di domenica, quando a livello nazionale il dato si fermava intorno al 7,5%.
Il risultato definitivo, invece, si attesta intorno al 30% a livello nazionale.
Il Piemonte è stato tra le regioni con l'affluenza più alta al voto, con circa il 35% degli aventi diritto che si sono recati alle urne. La provincia di Cuneo leggermente al di sotto del dato regionale, con circa il 33%.
Tra le sette sorelle il dato più alto si registra a Cuneo con il 37,85%, Alba 34,93%, Bra 34,42%, Fossano 34,25%, Mondovì 34,02%, Saluzzo 30,96% e Savigliano al 37,44%.
Tra le altre città spicca il dato di Racconigi, dove si è recato a votare quasi il 40% dei cittadini, mentre si è registrata a Pietraporzio l'affluenza più alta, pari al 53,33% degli aventi diritto.
A Borgo San Dalmazzo al 35,81%, a Cherasco si è fermati poco sotto al 30%, a Villanova Mondovì al 27,56%, mentre a Sommariva del Bosco al 29,98%.
I risultati a livello nazionale vedono, come prevedibile, il si maggioritario in tutti e cinque i quesiti.
Nel primo quesito la percentuale è indicativamente dell'88%, nel secondo dell'87%, nel terzo dell'88%, nel quarto dell'86% e nel quinto, quello relativo alla cittadinanza, del 64% circa.
Nella Granda il si è “vincente”, ma con percentuali leggermente più basse: rispettivamente dell'83%, dell'80%, dell'83%, dell'81% e del 60%.
Nel Comune di Rocca Cigliè il dato fa riflettere. Alle urne si è recato poco più di un elettore su dieci, pari a 13 persone di cui 2 schede bianche.
Al netto di questi risultati, forse bisogna chiedersi se non sia doveroso rivedere le legge che regola i referendum, dal momento che ogni tornata elettorale costa allo stato milioni di euro e in certi casi, come denotano i numeri, i quesiti non sono nemmeno sentiti dai cittadini.
Infatti, dal 1997 ad oggi, nessun referendum abrogativo ha avuto validità, ad eccezione del quesito sull'acqua pubblica del 2011, quando si recò il 54,8% dei cittadini.