Omicidio in Astigiano, l'amante non basta per revisione processo
La Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso di Ivan Commisso,
Non ci sarà la revisione del processo per il caso di Luigi Di Gianni, il titolare di un night club ucciso a Isola d'Asti il 12 gennaio 2013 a colpi di fucile da caccia.
La Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso di Ivan Commisso, uno dei condannati in via definitiva, che si era rivolto alla Corte d'appello di Milano (competente per materia) chiedendo di riaprire il caso. Nel 2021 l'uomo era stato riconosciuto colpevole dalla Corte di assise d'appello di Torino con sentenza diventata irrevocabile l'anno seguente. L'istanza di revisione era articolata in una ventina di punti, il principale dei quali - secondo quanto si ricava dalle carte del procedimento - richiamava la testimonianza di una donna che nel 2023, in sede di "investigazioni difensive", fornì un alibi all'imputato raccontando che all'epoca aveva con lui una relazione extraconiugale (lei era sposata) e che insieme trascorsero l'intera notte fra il 12 e il 13 gennaio. I giudici milanesi, nel 2024, stabilirono che questo elemento non era sufficiente per rivedere la posizione di Comisso anche perché ritennero "inverosimile" che l'uomo "a fronte dei plurimi elementi di prova a suo carico si sia per così lungo tempo astenuto dal rivelare l'alibi". L'imputato ha replicato di essere venuto a conoscenza delle accuse a suo carico solo nel 2021, quando è stato arrestato dai carabinieri a Borgia, in Calabria. Gli Ermellini hanno però convalidato il ragionamento seguito dalla Corte, spiegando che il condannato si è limitato a fornire una "nuova prova" e "non ha spiegato le ragioni" per le quali sarebbe bastata (da sola o insieme agli altri elementi che ha presentato) per "incrinare il quadro probatorio" a suo carico.