Torino crolla per qualità della vita

Classifica impietosa per il capoluogo piemontese amministrato dal Centro-sinistra: è cinquantottesimo su 107 Province. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Torino Bellissima vanno all’attacco dell’Amministrazione Lo Russo, sempre più in difficoltà

Eliana Puccio 17/12/2024
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Per qualità della vita, Torino è cinquantottesima su 107 Province. È sesta in classifica per indice di sportività e 107/a per truffe e frodi informatiche. A proposito di clima, la città è 78/a per soleggiamento, 39/a per ondate di calore e 69/a per gli eventi estremi.

Se si guarda alla qualità della vita per fasce di età, per i bambini è 55/a in classifica, per il giovani 72/a e per gli anziani 43/a. Quanto alle differenze di genere, sono migliorate l'occupazione femminile (+2,1%), le amministrazioni comunali con donne (+2%) e le imprese femminili (+0,1%).

In sintesi, Torino perde 22 posti. Quanto a ricchezza e consumi è 36/a (-9), per affari e lavoro 17/a (-7), per giustizia e sicurezza 101/a (-5), per demografia e società è 47/a (-8), per ambiente e servizi è 69/a (-20), per cultura e tempo libero 21/a (+8). Andando nel dettaglio, per ricchezza e consumi pesano in positivo il valore aggiunto pro capite (+4,9%), in negativo il canone medio di locazione (-27%) e in positivo il prezzo di vendita degli immobili (+4,6%).

Quanto all'ambito affari e lavoro, Torino ha in positivo il numero di start-up innovative (+4,5%). Per giustizia e sicurezza nella classifica generale Torino è quinta su 107 province. L'indice peggiore è quello dei danneggiamenti, per cui è prima in classifica. A proposito di demografia e società il tasso di natalità è cresciuto del 3,4%, l'indice di vecchiaia è sceso del 3,2.

I commenti non si sono fatti attendere. «È una Torino da (s)profondo rosso quella che emerge dall'annuale classifica del Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita. I dati sono incontrovertibili e parlano di una città in caduta libera, soprattutto in tema di sicurezza: se a ciò aggiungiamo che il Comune ha maturato il debito pubblico pro capite più alto d'Italia - ben 3.407 euro a testa, il doppio della media nazionale - il disastro è completo. La coperta è cortissima, evidentemente per una pessima gestione delle risorse, ma questo non può essere il pretesto per continuare a tenere la testa sotto la sabbia». Ad affermarlo Roberto Ravello, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Piemonte. «Non paghi di tutto ciò - continua Ravello - in Comune giocano alla rivoluzione, proteggendo e legalizzando i centri sociali cittadini, vera e propria fucina di odio e violenza. Si tratta, infatti, di un ulteriore elemento destabilizzante che, qui più che altrove, contribuisce a diffondere la paura tra i cittadini: la sinistra, che si è ritirata tra i bastioni della Ztl, dovrebbe fare un bagno di umiltà, partendo dalle periferie, per riallacciare i rapporti con la dura e spietata realtà. La favola dell'insicurezza percepita, quasi fosse un'invenzione, aveva le gambe corte e ha ormai smesso di correre».

Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia attacca: «Esistono due Torino. La prima è quella che tratteggia l’Amministrazione Lo Russo e parte della carta stampata sua amica e dove i problemi deriverebbero dai vaneggiamenti delle opposizioni. Una città di record, una Torino bellissima dove tutto andrebbe bene. L’altra è quella reale e che ci viene consegnata da qualsiasi rapporto realizzato da Istituti terzi, ora la classifica del Sole24Ore. Ma questo degrado era già stato tratteggiato nel Rapporto Rota. Altro che città degli universitari: i giovani la snobbano. Città sicura? Neppure a parlarne. Città in crescita? Il benessere latita. Pure sugli anziani e i servizi stanno all’anno zero e pensare che il modello Torino per sindaco & compagni sarebbe da esportare in Italia e nel mondo. È ora di capire che questa città, che la sua classe politica e dirigente devono essere meno autoreferenziali. Devono piacersi di meno e uscire dai palazzi e parlare con i cittadini comuni, perché la vera vita è quella là fuori e non coincide con quella della stanza dei bottoni».

«Il 2024 è stato un anno di luci e ombre. L'aspetto positivo sono stati gli eventi, ma la preoccupazione riguarda il futuro della città. Al sindaco e agli assessori dico che bisognerà sedersi a farsi delle domande per capire quali sono le strategie, capire cosa vuol essere Torino, perché bisogna avere una rotta molto chiara e su questo troverà sempre collaborazione da parte nostra». A dirlo, nella conferenza stampa di fine anno, il capogruppo di Torino Bellissima in Consiglio Comunale, Paolo Damilano, che, guardando al futuro, lancia anche un nuovo progetto di coinvolgimento dei giovani, '30 trentenni'. «Torino deve puntare sui giovani e diventare la città universitaria più importante d'Europa. Cosa che porta anche attrazione di investimenti e quindi lavoro. E noi vogliamo coinvolgere i giovani nella partecipazione alla vita pubblica, perché se vogliamo lasciar loro un mondo migliore devono essere coinvolti».

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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