Ruoli diversi per i tre indagati nell'aggressione del giovane disabile torinese

Lettera appello della madre del quindicenne per abbassare i toni ed evitare che qualcuno si faccia giustizia da solo

Carlo Santori 04/11/2025
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I tre indagati per i soprusi che avrebbe subito un quindicenne la notte di Halloween scorso a Torino non avrebbero partecipato tutti allo stesso modo all'accaduto.

I ruoli dei tre minori indagati sarebbero stati chiariti durante un'audizione della presunta vittima. La sedicenne coinvolta sarebbe intervenuta in un secondo momento e non avrebbe partecipato all'intero episodio. I tre presunti responsabili potrebbero essere sentiti a breve. Non cambiano al momento le ipotesi di reato: sequestro di persona e violenza privata.

Le pm Vitina Pinto e Virginia Pecoriello, che coordinano le indagini per la procura dei minorenni guidata da Emma Avezzù, hanno sentito il ragazzo, con l'ausilio di uno psicologo.

I carabinieri intanto hanno perquisito l'abitazione in cui si sarebbero verificati i fatti. Il quindicenne non era ancora stato ascoltato formalmente. Il suo racconto, secondo quanto trapelato, sarebbe stato coerente con quello reso dalla madre nella denuncia e in un post sui social.

Intanto interviene con una lettera inviata ai media la mamma del quindicenne che nella notte di Halloween sarebbe stato sequestrato da tre giovanissimi, subendo per alcune ore una serie di soprusi.

«Voglio rivolgere un appello a tutti i ragazzi che ci stanno mostrando la loro vicinanza in questo momento di dolore, facendoci sentire quanto bene circonda mio figlio: vi chiedo di mantenere la calma e di non farvi giustizia da soli. L'odio e la violenza non portano a nulla; al contrario, la violenza chiama solo altra violenza. Lui è vivo, e ringraziamo Dio per questo».

«Ciò che hanno fatto a mio figlio non può essere minimizzato o definito una 'bravata', come si legge in alcuni commenti. Sapevano bene che mio figlio è un bel ragazzo, e il loro gesto è stato un atto deliberato per fargli un torto, per ridurlo in questo stato. Ma mio figlio per noi, resta un gran figo, oggi più che mai», aggiunge la mamma e prosegue: «Tengo a fare una precisazione fondamentale: chiunque abbia disturbi cognitivi o una disabilità grave, di qualunque grado, non deve mai sentirsi diverso o messo da parte. Al contrario, dobbiamo impegnarci per la loro integrazione, per farli sentire importanti. Siamo tutti uguali».

«Vogliamo avere fiducia nella legge e siamo certi che i responsabili pagheranno con la giustizia, portando per sempre il peso e il rimorso di ciò che hanno commesso. Concludo con un messaggio chiaro: diciamo No al bullismo e No alla violenza, in ogni sua forma», ha concluso così il suo appello la madre dell'aggredito.

«Il dramma di questa vicenda è che i giovani coinvolti nell’aggressione al quindicenne disabile erano noti alla Procura dei Minori: avevano infatti precedenti per atti vandalici e danneggiamento. I due giovani erano poi stati tra i protagonisti, in negativo, dello sorso capodanno di fuoco a Nichelino (Torino), dove avevano lanciato petardi, monopattini ed estintori, devastato cassonetti e appiccato il fuoco. Avevano anche preso a sassate un mezzo Gtt tra Moncalieri e Trofarello, incendiato una casetta per bambini in un parco giochi, danneggiato una stazione della metropolitana, quella di Piazza Bengasi. Viene spontanea una domanda: nessuno li sorvegliava? Doveva scapparci il morto? È quanto dichiara il segretario cittadino di Forza Italia a Torino.

«In un momento dove la magistratura in modo improprio alza le barricate contro una riforma che semplicemente divide le carriere di giudici e pm, una prassi presente nell’80% dei Paesi come da Rapporto dell’Oecd, viene spontaneo domandarsi se forse il Csm – continua l’azzurro – non farebbe meglio a spiegare alcune sentenze dei propri giudici. Il racconto del disabile di Torino fa il paio con la donna accoltellata in piazza Gae Aulenti a Milano. Il presunto colpevole è un 59enne si era reso protagonista di un episodio analogo avvenuto nel 2015, quando fu arrestato per aver sempre accoltellato per strada due pensionati nel Bergamasco. Purtroppo era a piede libero ed ha tornato a colpire nonostante fosse nota la pericolosità del soggetto».

«Una riforma della giustizia – conclude Fontana – è non solo doverosa, ma indispensabile anche e soprattutto in materia di responsabilità civile delle toghe. Cittadine e cittadini quando andranno a votare il referendum confermativo rispondano anche a questa domanda: perché a tutte le altre professioni è richiesta una assicurazione a spese del lavoratore e a loro no? E poi votino secondo coscienza».

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