Come risulta dagli atti delle inchieste della Procura di Milano sull'urbanistica, che ieri hanno portato all'arresto dell'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, Paolo Mazzoleni, attuale assessore all'Urbanistica di Torino, è indagato in qualità di progettista o ex componente della Commissione paesaggio milanese in quattro fascicoli su abusi edilizi e falsi su altrettanti progetti immobiliari.
Dall'ordinanza a carico di Giovanni Oggioni eseguita ieri, infatti, risulta che Mazzoleni è indagato, in concorso con l'ex vicepresidente della Commissione paesaggio Oggioni e altri, anche in qualità di progettista scelto dal gruppo Abitare In per il Lambrate Twin Palace di via Sbodio, a Milano, uno dei tanti interventi immobiliari sotto indagine. Già erano venute a galla altre tre inchieste a carico, tra gli altri, di Mazzoleni, quella sulla realizzazione di una palazzina in piazza Aspromonte, un'altra che ha portato al sequestro della maxi area dello studentato Scalo House, tra via Valtellina e via Lepontina, e l'altra ancora sulle Residenze Lac di via Cancano, nell'area del Parco delle Cave, sempre come progettista. Negli atti già venuti a galla nei mesi scorsi un tecnico comunale, in un verbale, aveva riferito che la moglie di Mazzoleni, anche ex presidente della Commissione paesaggio, "presentava spesso" alla stessa commissione "progetti da lei personalmente firmati". Commissione di cui faceva parte in quei casi, stando al verbale, un collega dello studio di architettura di Mazzoleni.
"Piena fiducia nell'operato dell'assessore Paolo Mazzoleni e nel lavoro svolto fino ad oggi per la città di Torino". A dirlo, a nome del gruppo Pd in Consiglio comunale, è il capogruppo Claudio Cerrato, anche alla luce della richiesta di dimissioni avanzata dal M5s, dopo l'inchiesta che lo vede coinvolto a Milano. "In questi anni - afferma Cerrato - l'assessore Mazzoleni ha affrontato con competenza e serietà le numerose sfide urbanistiche della nostra città, portando avanti con determinazione e visione strategica progetti fondamentali per il futuro di Torino. Le indagini in corso - aggiunge - non riguardano il suo operato di amministratore a Torino, ma episodi legati alla sua carriera professionale precedente a Milano". "Ribadiamo il nostro rispetto per il lavoro della magistratura, ma allo stesso tempo - sostiene il capogruppo Pd in Sala Rossa - dobbiamo constatare che ad oggi non vi sono provvedimenti giudiziari che impediscono all'assessore di proseguire nel suo incarico. Pertanto riteniamo opportuno garantire continuità amministrativa a un settore cruciale per il futuro di Torino, evitando giudizi prematuri che potrebbero compromettere il buon andamento della macchina comunale", conclude Cerrato, aggiungendo che "chi oggi chiede le su dimissioni dimostra di applicare due pesi e due misure rispetto alla giustizia, adottando un atteggiamento garantista per i propri esponenti, ma giustizialista nei confronti degli altri esponenti politici. Un approccio strumentale che non contribuisce al dibattito politico serio".
"Piena fiducia nell'operato dell'assessore Paolo Mazzoleni e nel lavoro svolto fino ad oggi per la città di Torino". A dirlo, a nome del gruppo Pd in Consiglio comunale, è il capogruppo Claudio Cerrato, anche alla luce della richiesta di dimissioni avanzata dal M5s, dopo l'inchiesta che lo vede coinvolto a Milano. "In questi anni - afferma Cerrato - l'assessore Mazzoleni ha affrontato con competenza e serietà le numerose sfide urbanistiche della nostra città, portando avanti con determinazione e visione strategica progetti fondamentali per il futuro di Torino. Le indagini in corso - aggiunge - non riguardano il suo operato di amministratore a Torino, ma episodi legati alla sua carriera professionale precedente a Milano". "Ribadiamo il nostro rispetto per il lavoro della magistratura, ma allo stesso tempo - sostiene il capogruppo Pd in Sala Rossa - dobbiamo constatare che ad oggi non vi sono provvedimenti giudiziari che impediscono all'assessore di proseguire nel suo incarico. Pertanto riteniamo opportuno garantire continuità amministrativa a un settore cruciale per il futuro di Torino, evitando giudizi prematuri che potrebbero compromettere il buon andamento della macchina comunale", conclude Cerrato, aggiungendo che "chi oggi chiede le su dimissioni dimostra di applicare due pesi e due misure rispetto alla giustizia, adottando un atteggiamento garantista per i propri esponenti, ma giustizialista nei confronti degli altri esponenti politici. Un approccio strumentale che non contribuisce al dibattito politico serio".