È morto il primo gennaio all'età di 90 anni, nella sua casa di Cetona (Siena), il pittore Ruggero Savinio, nome d'arte di Ruggero de Chirico, figlio di Alberto Savinio (del quale ha conservato lo pseudonimo) e nipote di Giorgio de Chirico. Nato a Torino nel 1934, definito dai critici il «pittore poeta e filosofo», dopo aver frequentato la facoltà di Lettere a Roma Ruggero Savinio ha soggiornato a Parigi, avvicinandosi alla pittura informale di Jean Fautrier.
La sua ricerca, svolta generalmente in cicli di opere - ricorda il dizionario Treccani - è fortemente segnata da una costante interrelazione e compenetrazione di colore, luce e materia, che generano spazi e figure, presenze incombenti e allo stesso tempo sfuggenti, evocative ed enigmatiche: L'età dell'oro (1977-82), Conversazioni (dal 1983), Muse, fortune, rovine (1986-88), Stanze (dal 1997).
Nel 1986 Savinio ha ottenuto il premio Guggenheim per un artista italiano; è stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1988 e nel 1995 e ha presentato le sue opere in mostre personali nell'ex convento di San Francesco a Sciacca (1989), in Palazzo Sarcinelli a Conegliano Veneto (1992), nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco a Milano (1999), nella Casa d'arte Ulisse di Roma (2007-08) e a Palazzo Reale di Milano che ha ospitato nel 2022 un'antologica in grado di abbracciare un'ampia parabola del suo lavoro (1959-2022), fra Parigi, Milano e Roma.
Savinio è stato anche autore anche di racconti, poesie e saggi.