Neanche le ultime minacce al Pg Lucia Musti e le continue violenze durante ogni singolo corteo che si svolge in città, segnali di un clima sempre più ‘caldo’ e plumbeo, hanno fatto desistere il sindaco del Comune di Torino, Stefano Lo Russo, dal rinnovare il ‘Patto di collaborazione’ sull’immobile di corso Regina Margherita 47, che di fatto porterà alla ‘legalizzazione’ del Centro sociale Askatasuna, riconosciuto covo degli eversivi torinesi e non solo.
Neanche l’umiliazione del recente sopralluogo farsa delle Commissioni consiliari allo stabile, visibilmente ancora occupato, ha fatto cambiare idea a Lo Russo, che dimostra così ancora una volta di accontentare l’ala più a sinistra della sua coalizione, e sempre meno quella moderata.
La Giunta Comunale ha infatti approvato, su proposta della vicesindaca con delega al Patrimonio Michela Favaro e dell’assessore ai Beni Comuni Jacopo Rosatelli, una deliberazione per il rinnovo del ‘Patto di collaborazione’ con un ‘gruppo spontaneo’ di cinque cittadini per la cura e la rigenerazione dell’immobile di proprietà comunale di corso Regina Margherita 47.
Lo Russo dunque tira diritto e con lui tutta la sua Maggioranza, che non solleva obiezioni o comunque sopporta serenamente e, come sempre, fa tutto quel che il sindaco ha detto e scritto. Anzi, la Sinistra rilancia e allunga la durata dell’accordo, che passa da uno a cinque anni: un «Patto di ferro» che vincolerà anche chi succederà a Lo Russo & Co.
Peraltro, sarebbe da capire cosa avrebbe sinora prodotto il Patto di collaborazione siglato in precedenza, a parte la recrudescenza del clima d’odio in città…
Il documento appena approvato – spiega Palazzo Civico in una nota – «recepisce un nuovo Patto di collaborazione per la cura e gestione condivisa dei locali al piano terreno dell’immobile e dell’area esterna di pertinenza, che sarà sottoscritto nei prossimi giorni e avrà durata di cinque anni».
Sono previste due fasi. «Nella prima – scrive l’Amministrazione – i proponenti si impegnano alla ristrutturazione degli spazi al piano terreno, necessaria per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività previste dal Patto. Nella seconda fase, terminati i lavori, potranno partire le attività culturali, artistiche, sportive, sociali elencate nel Patto con l’obiettivo di favorire l’aggregazione e la coesione sociale del quartiere e promuovere forme di coinvolgimento e cittadinanza attiva. L’area esterna in orario scolastico potrà venire utilizzata da parte del Nido Il Giardino delle Fiabe e dalle scuole del territorio e saranno previste aperture in orario extra scolastico, in giorni concordati, alle famiglie per attività di dopo scuola. La manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile, così come il mantenimento delle condizioni di sicurezza al suo interno e la custodia saranno a carico dei cittadini firmatari del Patto».
Sarà interessante capire dove i cinque intrepidi cittadini troveranno i denari che Lo Russo non ha mai trovato per mettere in sicurezza l’immobile, che però non sarà del tutto aperto al pubblico.
L'accesso al piano superiore «sarà interdetto per ragioni di sicurezza» – chiariscono dal Municipio. Chissà se stavolta mureranno gli accessi, vista la ‘pericolosità’ dell’area. Chissà che non rimanga qualcuno a viverci…
«Per il coordinamento e il monitoraggio delle attività previste dal Patto – precisa l’Amministrazione Lo Russo – sarà istituita una Cabina di regia, composta da rappresentanti della Città e della Circoscrizione e cittadini firmatari del Patto che avrà anche il compito di valutare eventuali nuove richieste di adesione al Patto da parte di soggetti interessati». Potranno partecipare anche associazioni di destra? Sarà interessante scoprirlo.
Fa comunque già sorridere la chiosa del comunicato di Palazzo Civico: «Il documento approvato recepisce inoltre la mozione numero 15 del Consiglio Comunale del 10 marzo scorso che, come da Regolamento dei beni comuni, conferma l’accettazione dei metodi democratici e il ripudio di ogni forma di violenza e di razzismo». Speriamo che siano inclusi anche l’antisemitismo, gli insulti, le minacce e gli attacchi alle Forze dell’Ordine. Sarà poi interessante capire chi giudicherà se vengono adottati ‘metodi democratici’ e se viene ripudiata la violenza: il Tribunale del Popolo?
Intanto, arriva la dura reazione di Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretario Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino, che stigmatizzano il comportamento del sindaco Lo Russo e della sua Giunta, che «invece di condannare senza appello e prendere le distanze una volta per tutte dai violenti, si rendono loro complici, rinnovando il Patto di collaborazione con Askatasuna, istituzionalizzando l’occupazione abusiva di un immobile pubblico da parte del Centro sociale, simbolo di illegalità e zona franca per chi rifiuta le regole della convivenza civile, arrivando a nascondere la vera natura di Askatasuna e facendolo diventare (udite, udite!) il Giardino delle Fiabe!».
«Parlare di aggregazione socio-culturale ed educativa – denunciano – è un insulto all’intelligenza dei torinesi, che da tempo chiedono che Askatasuna venga sgomberato e i facinorosi allontanati».
«È gravissimo – affermano i due azzurri – che il Comune, invece di ripristinare la legalità e riconsegnare l’immobile ai cittadini, firmi un Patto che legittima la presenza di un ricettacolo di eversione, al centro di continui episodi di violenza e illegalità. Un cedimento politico inaccettabile da parte di Lo Russo, il fallimento di un’Amministrazione che non si fa carico di far rispettare le regole».
«Il sindaco e la sua Giunta dovranno rispondere ai cittadini di Torino: per quanto tempo ancora non solo tollereranno, ma addirittura appoggeranno platealmente la violenza dì Askatasuna?» – concludono Roberto Rosso e Marco Fontana.
Intanto Fratelli d’Italia sceglie la strada giudiziaria e lavorerà con l’Avvocatura regionale «per predisporre il ricorso al Tar di impugnativa della delibera del Comune di Torino» – annuncia l’assessore della Regione Piemonte, Maurizio Marrone.
«Dal momento che il Comune di Torino ha scelto espressamente di non rispettare la Legge regionale sui Beni Comuni, che vieta Patti di collaborazione su immobili che siano stati oggetto di occupazione abusiva nei cinque anni precedenti, faremo valere le ragioni della legalità in Tribunale» – annuncia Marrone.
«La nostra legge è pienamente in vigore e non è stata impugnata neanche dal Comune di Torino, che era libero di farlo qualora l'avesse ritenuta illegittima e non rispettosa delle sue prerogative» – precisa.
«È gravissimo poi – aggiunge Marrone – che la Giunta comunale abbia approvato la deliberazione senza neanche aspettare l'imminente sentenza sul processo di associazione a delinquere che vede coinvolti i leader di Askatasuna, e lo abbia fatto nel giorno in cui vengono rese note le intimidazioni delle sigle più contigue all'eversione contro il Pg Lucia Musti, proprio a causa della sua ferma presa di posizione contro il centro sociale».
«La nostra azione legale diventa così anche una espressione di concreta solidarietà della Regione Piemonte alla Procura minacciata» – conclude l’esponente della Giunta Cirio.