Promette di fare una rivoluzione, anzi di fare delle 'rivoluzioni', il festival MiTo settembre musica che inaugurerà la sua diciannovesima edizione con un concerto della Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun Chung al Lingotto di Torino il prossimo 3 settembre e il giorno dopo con l'esibizione della London Symphony Orchestra guidata da sir Antonio Pappano alla Scala.
‘Rivoluzioni’ è infatti il titolo dell'edizione di quest'anno, seconda (e ultima) con la direzione artistica del compositore Giorgio Battistelli, leone alla carriera alla Biennale musica di Venezia, autore dell'opera Julius Caesar che tre anni fa ha aperto la stagione dell'Opera di Roma, che da subito chiarisce il suo punto di vista. Ovvero che la cultura non è una, ma una pluralità, che va esplorata e non considerata un nemico, cosa che invece oggi si tende a fare, complice anche la situazione politica mondiale.
«Oggi l'intellettuale ha il bavaglio. Non parla perché è terrorizzato. Non c'è il dibattito e neanche la volontà di farlo. Manca la tensione che avevano personalità come Calvino, Moravia o Luigi Nono di intervenire sulla società. Moravia e Berio si opposero quando a Roma volevano chiudere un locale storico per far posto a una boutique» – ha dichiarato all'agenzia stampa Ansa. E il pensiero non può che andare al Leoncavallo, lo storico Centro sociale di Milano sfrattato lo scorso 21 agosto dalla sua sede trentennale.
«Ho trovato lo sgombero una violenza, ho sentito uno strappo dentro. È stato qualcosa di non necessario chiudere uno spazio storico dove si è stratificata la memoria. Perché la politica non fa il suo?» – aggiunge, convinto che il 'Leo' debba andare avanti. «Faccio un appello alla Scala, che potrebbe fare un concerto fuori dal Leoncavallo». Appello suggestivo, anche se l'orchestra sarà in tournée il 6 settembre, giorno della manifestazione nazionale contro lo sgombero.
«Oggi c'è una omologazione dei festival e dell'ascolto, quello a cui non siamo abituati è visto come un nemico, nessuno accetta le dissonanze» e questo è vero nella musica «come nella società».
«La dissonanza è qualcosa che dà fastidio, che arriva da un'altra cultura e ha bisogno di integrazione. Ed ecco che nel festival che ha lo scopo di far riflettere e turbare l'ascolto» si accostano Bach e John Cage, viene dedicato a Julius Eastman 'Without Blood There Is No Cause - The Body of Julius Eastman’, spettacolo con le sue musiche la regia di Fabio Cherstich e i video di Francesco Sileo, in programma il 16 settembre alle Officine Caos di Torino, e sale sul podio della Sinfonica di Milano e dell'orchestra della Rai a dirigere brani diretti da lui il canadese Sam Moussa. Insomma, quello che è diverso non è nemico e non va censurato.
«È inaccettabile che tutto sia ‘nemicizzato’ o reso pop. A non poter invitare un direttore russo solo perché è russo o israeliano io non ci sto». E infatti il 21 febbraio, come anteprima della prossima edizione, al Lingotto si esibirà Zubin Metha sul podio della West-Eastern Divan Orchestra, fondata da Daniel Barenboim con giovani musicisti israeliani, palestinesi e del Medio Oriente. «Quello che manca alla cultura italiana – conclude – è la tensione etica, dire basta all'omologazione». È ora di ‘rivoluzioni’ insomma.
Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia, chiosa: «Vorrei vedere se al maestro Battistelli i suoi cari amici dei Centri sociali devastassero oppure occupassero la sua casa se parlerebbe ancora così. La libertà degli intellettuali va difesa, non mi pare però che qualcuno gli abbia impedito di lanciare i suoi sproloqui su Leoncavallo e i Centri sociali come fucina di una ‘pseudo cultura’. Trovo paradossale la narrazione di questi personaggi vicini alle Sinistre che parlano di una dittatura che non esiste nella realtà. Il problema che solleviamo come rappresentanti di Centrodestra è semmai se esiste ancora un principio di legalità in Italia. Si può ancora difendere lo Stato dall'eversione? In questo Paese si può ancora essere fieri del lavoro che fanno i nostri ragazzi delle Forze dell'ordine senza alzarsi ogni mattina e assistere alla caccia alle streghe per ogni azione e blitz che compiono a difesa della collettività? Pare che nella Sinistra alberghi ancora una voglia di rivoluzione profonda e radicata e che nulla ha a che vedere con la cultura, ma che semmai stupra la cultura e la utilizza da copertura per i suoi scopi ultimi. Ecco a questo gioco non ci stiamo: gli immobili occupati, sia pubblici che privati, vanno sgomberati e restituiti alla collettività sì, quella che ogni giorno si alza e paga le tasse anche per chi tenta di vivere a scrocco degli altri».