A Torino 144 immagini per raccontare le notizie più importanti del 2024

La più prestigiosa mostra di fotogiornalismo World Press Photo Exhibition 2025 resterà in città fino all'8 dicembre

Elena Marchisio 20/09/2025
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World Press Photo Exhibition 2025, la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo, torna a Torino: le 144 immagini che la compongono sono esposte nell'ipogeo della Rotonda del Talucchi, all'Accademia Albertina delle Belle Arti, in via Accademia Albertina 6, da venerdì 19 settembre a lunedì 8 dicembre.

L'esposizione presenta i lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica vincitori della 68esima edizione del concorso, firmati per le maggiori testate internazionali, come New York Times, Washington Post, Der Spiegel, Time, le agenzie France Presse, Associated Presse, Reuters, Tass: immagini che offrono una panoramica sul presente e rappresentano un'opportunità per un viaggio critico nell'attualità, affrontando questioni come conflitti, disordini politici, crisi climatica, viaggi dei migranti. 

Le 144 immagini sono state selezionate tra le 59.320 scattate da 3778 fotografi provenienti da 141 paesi. A Torino l'esposizione torna per il nono anno consecutivo ed è organizzata da Cime, Ambassador Italia della World Press Photo Foundation di Amsterdam. Anche quest'anno la mostra, che gode del patrocinio della Città di Torino, sarà accompagnata da conferenze dedicate alla fotografia e ai grandi temi dell'attualità.

World Press Photo Contest 2025 ha coinvolto sei giurie regionali e una giuria globale, che è stata presieduta dall'italiana Lucy Conticello, direttrice della fotografia per M, il magazine di Le Monde. Il processo di selezione ha richiesto due mesi di intenso lavoro, tra gennaio e febbraio 2025. Il concorso è stato suddiviso in sei aree geografiche: Africa, Asia Pacifica e Oceania, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Asia Occidentale, Centrale e Meridionale. Questo approccio regionale ha permesso di ottenere una visione e un racconto globale di ciò che accade sul nostro Pianeta. 

Una volta selezionati i vincitori per ogni area, si è proceduto alla scelta dei vincitori assoluti. Quattro, invece, sono state le categorie in cui è stato suddiviso il concorso: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format, dedicata all'interazione tra fotografia e altri linguaggi.

«Il World Press Photo Contest rappresenta un importante riconoscimento per professionisti che lavorano in condizioni difficili ed è anche un riassunto, per quanto incompleto, dei principali avvenimenti internazionali. Come giurati, siamo andati in cerca di immagini che possano favorire il dialogo», afferma Lucy Conticello, presidente della giuria mondiale.

I fotografi selezionati nel 2025 sono originari di Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Germania, Spagna, Stati Uniti, Francia, Haiti, Indonesia, Iran, Iran/Canada, Italia, Myanmar, Nigeria, Palestina, Olanda, Perù/Messico, Filippine, Portogallo, Repubblica Democratica del Congo, Russia, Germania, Salvador, Sudan, Thailandia, Turchia, Regno Unito e Venezuela.

A vincere il titolo di World Press Photo of the Year 2025 è stata la palestinese Samar Abu Elouf con un'immagine che ritrae Mahmoud Ajjour, 9 anni, un bambino mutilato da un attacco israeliano sulla Striscia di Gaza, nel marzo 2024. Questa immagine è stata pubblicata sul New York Times. Durante la fuga, Mahmoud si è voltato per esortare la famiglia a fare presto.Un'esplosione ha intercettato le braccia tese e le ha distrutte. Dopo le cure mediche, la famiglia è stata evacuata in Qatar, dove il bambino sta imparando a scrivere con i piedi. La fotografa Samar Abu Elouf è stata, invece, evacuata da Gaza nel dicembre 2023 e vive ora a Doha, nello stesso complesso di appartamenti di Mahmoud.

Due fotografi sono finalisti per la Foto dell'anno del World Press Photo: richiamano l'attenzione su altre due questioni di grande attualità, l'immigrazione e il cambiamento climatico. Lo statunitense John Moore ha vinto con 'Attraversamento notturno', che testimonia il fenomeno dell'immigrazione cinese clandestina negli Stati Uniti con un'immagine di alcuni migranti che cercano di scaldarsi sotto la pioggia, dopo avere attraversato il confine del Messico. È stata scattata in California il 7 marzo 2024 per Getty Images. Il peruviano-messicano Masuk Nolte si è classificato finalista con 'Siccità in Amazzonia', realizzata per Panos Piciture, Bertha Foundation. Rappresenta un giovane costretto a percorrere a piedi due chilometri sul letto del fiume in secca per portare cibo a sua madre che vive in un villaggio un tempo accessibile in barca. È stata scattata il 5 ottobre 2024.

Tra i temi trattati anche l'attentato a Donald Trump, la campagna elettorale in Venezuela, la violenza delle gang a Haiti, le proteste anti governative in Kenya, Georgia e Bangladesh.

Tra i progetti a lungo termine premiati c'è quello dell'unica fotografa italiana selezionata, Cinzia Canneri, che ha seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia. 

La bielorussa Tatsiana Chypsanava, invece, ha raccontato come una comunità maori difende la sua identità culturale in Nuova Zelanda, mentre Aliona Kardash è tornata nel suo paese d'origine, la Russia, per capire come la repressione e la propaganda abbiano trasformato le persone che sono rimaste.

In America Centrale, Carlos Barrera ha documentato la violenza del governo di Nayib Bukele in Salvador, mentre Federico Ríos ha attraversato la regione selvaggia tra Panama e Colombia insieme ai migranti che rischiano la vita per arrivare negli Stati Uniti. Ancora, Ebrahim Alipoor è arrivato sulle montagne impervie del Kurdistan iraniano per conoscere le storie dei kolbar, i corrieri che trasportano illegalmente merci tra Iraq, Turchia e Iran.

 

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