Scoperti scavi abusivi nel parco archeologico di Borgo Castello ad Andora

Aperto un cantiere per le attività propedeutiche all’intervento di rigenerazione urbana p

25/10/2024
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Scavi abusivi nel parco archeologico di Borgo Castello il complesso monumentale di Andora dove sono in corso le attività propedeutiche all’intervento di rigenerazione urbana per il quale l’amministrazione Demichelis ha ottenuto dal Ministero della Cultura 20milioni di euro di fondi europei PNRR, nell’ambito del Bando Borghi. A seguito delle segnalazioni degli archeologici della ditta Aran Progetti che sta operando nel sito, il Soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio Federico Barello e il Comune di Andora hanno sporto denuncia alle autorità competenti e al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Genova. Ignoti si sarebbero, infatti, introdotti nei ruderi e agito presumibilmente utilizzando dei metal detector. Gli esiti dell’intrusione, sono evidenti nel grande edificio detto del Corbaro dove sono state contate una trentina di buche del diametro variabile fra i 5 e i 40 centimetri, con profondità fra 5 e i 15 centimetri realizzate a ridosso delle strutture murarie e poi camuffate con terra o lastrine di pietra. Gli archeologi che ogni giorno lavorano sul sito e stanno portando avanti un attento lavoro di lettura delle stratificazioni per datare tutte le mutazioni subite dagli edifici, hanno immediatamente notato le anomalie. Una ricognizione dei luoghi ha portato alla scoperta di tutti gli scavi abusivi fatti, con tutta la probabilità, nel corso del fine settimana quando la ditta e l’università non operano. Rilevate anche delle impronte delle scarpe delle persone che avrebbero compiuto l’intrusione. “Un’azione grave compiuta con superficialità contro una patrimonio pubblico che fa parte della storia del nucleo più antico di Andora – ha dichiarato il sindaco Mauro Demichelis – La situazione è attenzionata alle autorità. La Soprintendenza ci ha comunicato che non sembra siano stati provocati danni al patrimonio culturale: sono stati attivati tutti i controlli e saranno potenziate ulteriormente le strutture ai varchi di accesso al cantiere perché il perdurare di questo genere di azioni potrebbe compromettere il lavoro già fatto dagli archeologi che hanno riportato alla luce e studiato molti vani per prepararli alle opere di rigenerazione. Gli archeologi dell’Aran progetti temono che siano stati asportati oggetti metallici e frammenti di ceramica e comunicano che alcuni sono stati abbandonati nei dintorni.”. Come ha ben spiegato la dottoressa Marta Conventi della Soprintendenza, in occasione dell’apertura straordinaria di Borgo Castello, in occasione delle Giornate Europee del patrimonio, i ruderi riemersi sono di abitazioni di tipo modesto: i frammenti in ceramica o in ferro trovati dagli archeologici sono di oggetti che avevano poco valore all’epoca del loro utilizzo, ma che oggi sono una preziosa testimonianza della vita quotidiana del borgo, così come le mutazioni che gli edifici hanno subito nel tempo per essere adattate ai diversi usi. Comprenderne la storia è necessario per poterle ricostruire.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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