Cresce la preoccupazione tra i circa 700 lavoratori di Piaggio Aero mentre si avvicina la scadenza del commissariamento senza che la vendita ai turchi di Baykar sia stata formalizzata. Un ritardo, legato anche a richieste di chiarimenti da Grecia e Germania, che getta ombre sul futuro dell'azienda.
Lunedì scade la proroga della gestione commissariale e, sebbene si parli di una possibile ulteriore proroga, i sindacati esprimono timori sulla disponibilità di risorse per una gestione efficiente. La Fiom Cgil paventa il rischio di una sospensione dell'attività e del ricorso alla cassa integrazione, con gravi ripercussioni per azienda e dipendenti.
Le lungaggini della vicenda Piaggio potrebbero inoltre avere ripercussioni negative sulla LaerH di Villanova, principale cliente di Piaggio, che necessita di certezze sulle future commesse.
Un'ulteriore fonte di allarme riguarda il futuro della produzione dei droni. Contrariamente a quanto previsto nel piano industriale presentato da Baykar, sembrerebbe profilarsi l'ipotesi di una nuova sede per la produzione del drone Akinci, escludendo gli stabilimenti liguri di Piaggio e riservandola a Leonardo.
Questa ipotesi ha suscitato la dura reazione dei sindacati. La Fim Cisl ribadisce con forza la necessità che la produzione resti negli stabilimenti di Villanova e Sestri Ponente, come stabilito nel piano industriale che ha portato all'acquisizione. Viene inoltre sottolineata la strategicità di Piaggio AeroSpace per il Paese e l'importanza di un affiancamento statale alla nuova proprietà per garantirne il rilancio. La situazione sarà al centro di un incontro tra la Fiom e i suoi iscritti martedì prossimo.