Maculopatia, l’Europa dice no al farmaco che può rallentarla

L’allarme del Comitato Macula: «L’Atrofia geografica, forma più grave, non avrà la cura che esiste negli Usa». Il presidente del Comitato Macula: "Un'ingiustizia, siamo senza parole"

26/09/2024
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Bisogna essere ricchi per curarsi l’atrofia geografica, una rara forma di maculopatia degenerativa. Sì, perché a differenza dell’agenzia del farmaco americana la Fda, quella europea, l’Ema, ha confermato il parere negativo espresso all’inizio dell’estate sull’autorizzazione a mettere in commercio anche nel nostro continente il primo e unico farmaco al mondo utile a rallentare il progredire della malattia, che, se non trattata, porta inesorabilmente alla cecità. Dunque per i due milioni di pazienti europei affetti dalla patologia invalidante, l’unica speranza sarebbe curarsi negli Usa. A dare l’allarme sulla notizia è il Comitato Macula, nato a Genova e ormai noto a livello non solo nazionale, con il presidente Massimo Ligustro, che da anni si batte per ottenere per i malati di maculopatia condizioni di assistenza adeguate e soprattutto l’accesso ai farmaci più innovativi. L’Agenzia Europea del farmaco ha riconosciuto la necessità di individuare un trattamento efficace per le persone con atrofia geografica causata da degenerazione maculare correlata all’età, ma ha ritenuto che i benefici non compensano i possibili rischi. Allo studio americano ha partecipato attivamente anche una realtà italiana, la Fondazione Bietti Irccs, l’unico Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dedicato all’oftalmologia in Italia, con sede a Roma. Il farmaco approvato dalla Fda è il «Syfovre - pegcetacoplan iniezione intravitreale» e tale via libera si basa sui risultati positivi degli studi di Fase 3 «Oaks e Derby» a 24 mesi su una popolazione ampia e rappresentativa di pazienti. L’atrofia geografica, conosciuta anche come maculopatia secca avanzata, è uno dei più gravi disturbi che colpiscono la macula. È una malattia progressiva e irreversibile che può insorgere in un solo occhio per poi estendersi anche all’altro. 
«Sono profondamente deluso e amareggiato - spiega Massimo Ligustro, presidente dell’Associazione Comitato Macula - Vedo che non ci sono solo i malati di serie A e di serie B ma anche di serie Z. E questo caso lo dimostra. Per i malati di maculopatia e in particolare di atrofia geografica, le innovazioni terapeutiche sono l’unica speranza». Lapidario anche il giudizio del dottor Massimo Nicolò, responsabile del Centro Retina e Uveiti del Policlinico San Martino a Genova e consulente scientifico del Gruppo Interparlamentare della Vista: «L’Ema ha definitivamente condannato i pazienti con maculopatia atrofica a diventare ciechi. Con una decisione che ha lasciato sbigottita tutta la comunità scientifica internazionale decidendo di vietare l’immissione in commercio del farmaco pegcetacoplan. Il primo farmaco al mondo in grado di rallentare la progressione della maculopatia atrofica. A beneficiarne saranno soltanto i cittadini americani».
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