Martedì 11 marzo è stata presentata al Senato della Repubblica di Roma la campagna “Indipendente da Te” che vede in primo piano nella prevenzione e cura della dipendenza i Servizi per le Dipendenze - SerD; per l’Asl Novara è intervenuta la dott.ssa Sarah Vecchio sottolineando il ruolo del SerD.
I Servizi per le Dipendenze rappresentano la principale barriera che il Servizio Sanitario Nazionale mette tra il cittadino e i rischi derivanti dall’uso di sostanze e dall’acquisizione di comportamenti patologici. Sono Servizi unici in quanto sono chiamati a farsi carico delle azioni necessarie in tutte le fasi di malattia del paziente, dalla prevenzione, alla diagnosi precoce, alla cura, alla riabilitazione e al reinserimento sociale e lavorativo e sono connotati da una forte anima multidisciplinare e socio-sanitaria, che vede lavorare al suo interno e in stretta collaborazione medici, infermieri, assistenti sociali, educatori professionali e psicologi.
I Servizi sono stati capaci di rilevare nel tempo i mutamenti nel campo delle dipendenze, sia in termini di oggetto della dipendenza che di tipologia di consumatori (pensiamo al grande tema del poli-abuso che sta dominando lo scenario mondiale e nazionale o al tema altrettanto importante dell’abuso di farmaci), si sono strutturati sempre più come servizi di cura specialistici che elaborano percorsi individualizzati relativamente alla tipologia di sostanza e al comportamento patologico (dipendenze da gioco, da internet etc.,) e sono stati in grado di ideare e adottare nuovi modelli organizzativi.
Questi Servizi sono oggi chiamati ad affrontare il mutamento dei fattori di rischio che sottendono lo sviluppo di una dipendenza, tra i quali possiamo riconoscere come emergenti:
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nuove forme di disagio sociale;
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la comparsa di sostanze in parte diverse da quelle a cui la popolazione è stata finora esposta;
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la comparsa di nuove forme di comportamento, legate sia all’ambito tecnologico che alla percezione stessa dell’individuo.
La persona affetta da una patologia da dipendenza, sia essa da sostanze legali o illegali o da comportamenti, affronta la maggior parte del decorso del suo disturbo sul territorio dove i Servizi per le Dipendenze strutturano i necessari percorsi terapeutici e riabilitativi che, sulla base delle esigenze del paziente e della fase di malattia, possono prevedere la messa in campo di strumenti farmacologici, psicoterapeutici e socio-riabilitativi sia in ambito ambulatoriale che residenziale.
L’approccio a queste sfide coesiste con altri elementi critici maggiormente noti ma altrettanto rilevanti, quali: la necessaria difesa dell’identità e dell’autonomia di questi Servizi; la carenza di personale che investe in questo momento tutto il Sistema Sanitario Nazionale e un insufficiente investimento di risorse.
Perché i percorsi di cura siano sempre più adeguati, efficaci ed equi e vadano sempre più da un lato incontro alla domanda, e dall’altro nella direzione di applicazione della clinical governance, è tuttavia necessario che i Servizi:
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siano messi nelle condizioni di accedere ai risultati e ai progressi della ricerca scientifica, farmacologica e strumentale;
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abbiano accesso alle risorse necessarie per garantire alla persona un percorso residenziale ogni qualvolta ve ne sia l’indicazione clinica;
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abbiano a disposizione le risorse per strutturare interventi di prevenzione che prevedano l’adozione di un linguaggio moderno veicolato da canali di comunicazione adeguati.
E’ importante, nel prossimo futuro, riconoscere i SerD come nodi fondamentali all’interno della rete dell’assistenza territoriale così come definita dal Decreto Ministeriale 77 del 2022 (Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale) e identificare una disciplina accademica che garantisca la necessaria formazione specialistica in Medicina delle Dipendenze, creando in questo modo una connessione che è ormai imprescindibile tra Università, Istituti di ricerca e sistema di cura.
<Le patologie da dipendenza sono disturbi cronici ma curabili, che spesso hanno inizio nella fase adolescenziale e nella prima età adulta e che vanno affrontate nella loro specificità. Il cittadino, sia esso uomo, donna, giovane, anziano, che ne è colpito deve poter accedere a un sistema di cura specialistico, moderno e aggiornato, in grado di offrire risposte di qualità, efficaci e flessibili, volte ad interrompere l’evoluzione della malattia e a restituire salute> conclude la dott.ssa Sarah Vecchio Direttore SerD dell’Asl Novara.