C’è stato un presidio davanti al collegio San Giuseppe di Torino organizzato dai collettivi femministi, vicini al centro sociale Askatasuna, dove era in programma un convegno di Federvita, sul tema 'Per una vera tutela sociale della maternità'.
Tra gli slogan urlati dai manifestanti: «Obiettore ti sprangheremo senza fare rumore». I muri del collegio sono stati imbrattati con scritte contro la Chiesa, Federvita e l'assessore regionale Maurizio Marrone. Tra queste: «Federvita sottoterra», «Cloro sul Clero, sassi su Marrone».
«Mi hanno fisicamente impedito di entrare – racconta Cristina Zaccanti, coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia – per partecipare al convegno. Questo l'occidente del pensiero unico. Le giovani sono molto irritate e nella loro fragilità argomentativa ed esistenziale fanno scudo con il loro corpo per evitare l'accesso».
«Prima i cartelli con i 'pro vita appesi', poi le irruzioni in ospedale, ora le minacce sui muri e l'assalto a una scuola paritaria per impedire un convegno: questi sono i frutti avvelenati delle menzogne e delle strumentalizzazioni, lanciate purtroppo anche da chi siede nei banchi delle istituzioni, contro misure che sono semplicemente di tutela sociale della maternità e di aiuto a madri in difficoltà» – commenta l'assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone.
«La campagna d'odio che è stata scatenata dalle sinistre contro misure che sono di semplice tutela sociale della maternità e di aiuto a madri in difficoltà è vergognosa. Si sta sollevando un clima violento che rischia prima o poi di sfuggire di mano. Le minacce di morte sono un'avvisaglia preoccupante davanti alla quale mi auguro che tutti i partiti possano prendere una posizione chiara e forte» – aggiunge la vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati, Augusta Montaruli.
«Non ho nulla contro le manifestazioni di dissenso e le contestazione. Ne ho affrontate ormai troppe per farmi impressionare, sono anche segno di vitalità democratica. Sono curioso di conoscere il progetto di chi mi contesta, di chi imbratta il muro della sua città per scrivere 'Adinolfi aborto mancato'». Lo afferma in una nota Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia, a Torino come ospite del convegno di Federvita contestato dai collettivi femministi del centro sociale Askatasuna.
«C'è chi ha descritto questa azione violenta liberticida che per ore ha impedito l'accesso in sala al convegno di Federvita come 'presidio femminista' – dice Adinolfi – ma a parti invertite l'avrebbero descritta come azione fascista. In quel centro sociale teorizzano la guerriglia urbana come atto politico. Il loro esplicito odio anticristiano lo scrivono nero su bianco e lo hanno messo in pratica a Torino».
«Credo che tutte le forze politiche dovrebbero esprimere solidarietà a chi è stato impedito, io tra questi, a partecipare al convegno di Federvita per le intimidazioni del centro sociale Askatasuna e mi aspetto che il Quirinale intervenga contro l'odio anticristiano – conclude Adinolfi.
«Esprimo la mia più ferma condanna nei confronti di queste inaccettabili azioni atte a intimidire e impedire di esprimere il proprio pensiero». – afferma in una nota il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Davide Nicco.
«Con modalità assolutamente antidemocratiche – sottolinea Nicco – il blocco degli ingressi e il tentativo di ostacolare l'accesso agli ospiti, con l'occupazione dei tre ingressi dell'edificio, sono gesti gravi che nulla hanno a che vedere con il confronto civile e democratico. Solo grazie all'intervento puntuale delle forze dell'ordine, è stato possibile garantire il regolare svolgimento dell'evento, permettendo l'ingresso ai relatori e ai partecipanti. Tutto ciò non può passare come normale e sotto silenzio».
«E sono ancora più vergognose – conclude – le scritte minacciose apparse la notte scorsa contro l'assessore regionale Marrone, Federvita e la Chiesa. A loro va la mia e la nostra, come Consiglio, più grande vicinanza».