Dall’Iran due artisti nelle sale di Spazio E, con pittura e scultura. La mostra apre venerdì 18 luglio alla presenza degli artisti. L’allestimento è curato dalla titolare dello Spazio Enrica Pedretti, la presentazione è di Marina Chiocchetta, che dichiara:
“Ti invito al viaggio, in quel paese che ti assomiglia tanto, declamava il poeta nei Fiori del Male.
Ma il viaggio intrapreso non è solo fisico; Sima Shafti e Amir Sharifpour, iraniani di nascita e italiani d’adozione, ci conducono in forme di viaggio sempre diverse. Il viaggio temporale dei rarefatti dipinti di Sima, un insieme di pitture ancestrali ma, al tempo stesso, moderne e contemporanee nella loro accurata impostazione. Il tempo di Amir è invece fatto di camminamenti, di città inesplorate e di archetipi ancora da raccontare. Un viaggio nel verbo, nella scrittura che diventa pura grafia e non più messaggio inequivocabile. Nelle opere di entrambi possiamo “leggere” una attenzione verso il non detto, verso tutte quelle parole taciute o forse impronunciabili che denotano il nostro tempo. È allora che la poesia diventa immagine, suono e ricordo. Un ricordo forse impolverato, come quando si alzano le coltri in una soffitta dimenticata. Ma il ricordo è anche appartenenza, al luogo da cui si è partiti, a quello dove si è giunti e a tutti quelli dove si vorrà andare. E il verbo diventa universale, fatto di città, di orizzonti e di paesaggi sempre diversi eppure così simili nella poesia.
A modo loro gli artisti ci invitano ad entrare nel loro spazio, quello dei giardini onirici di Sima e quello di vie intrecciate da percorrere di Amir, quello di una grafia fatta di nostalgie e di futuro, quello di uno spazio da poter condividere senza prevaricazioni.
Questo, in fondo, è il solo paese che ci assomiglia tanto.”