Omicidio di via Pietro Micca a Novara: fermato il presunto colpevole

Il crimine si è verificato nella notte del 28 agosto

05/09/2025
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La Polizia di Stato di Novara nella serata di lunedì 1° settembre ha proceduto all’arresto del presunto responsabile dell’omicidio di Kharbouch Kamal, trovato agonizzante a Novara in via Petro Micca la notte del 28 agosto, dopo essere stato colpito al torace da un’arma da fuoco.

Alle ore 01.28 del 28 agosto giungeva una telefonata al N.U.E. 112, proveniente da un uomo che richiedeva l’intervento di una pattuglia presso la rotonda di via Gnifetti affermando che una persona era stata colpita da un’arma da fuoco. Sul posto veniva inviata una Volante che, poco distante da via Gnifetti, in via P. Micca, trovava un giovane riverso a terra privo di conoscenza e con un abbondante rigurgito dalla bocca. Gli agenti della Volante provavano a rianimarlo, senza riuscirci: dopo pochi minuti giungeva il 118 che accompagnava il ferito in ospedale, dove decedeva poco dopo.

I medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Novara mostravano agli agenti un foro presente nell’emi torace sinistro del deceduto, ed attribuivano la morte ad arresto cardio circolatorio, confermata dall’autopsia eseguita lunedì 1 settembre, che inequivocabilmente confermava come Kamal fosse stato ucciso da un colpo di arma da fuoco.

Attesa la gravità del fatto, veniva avviata dalla Squadra Mobile una attività di indagine volta alla ricostruzione di quanto accaduto e alla ricerca del reo.

 

Dalle prime frammentarie informazioni raccolte si evinceva la presenza, sulla scena del crimine, di un gruppo di giovani armati di bastone attorno ad un uomo disteso a terra, e la segnalazione da parte di un uomo che al telefono avvertiva della presenza di una persona riversa a terra, colpita da un colpo d’arma da fuoco, oltre a una donna che parlava con tono molto alto e agitato.

Effettivamente, nel corso di un primo sopralluogo della zona effettuato dalla Polizia Scientifica, con la Volante e la Squadra Mobile, si rinvenivano tre coltelli da cucina e una katana, mentre dall’analisi dei filmati degli impianti di videosorveglianza si notavano all’01:20, cinque persone (tra cui la vittima) giungere a piedi, e successivamente due uomini che fuggivano inseguiti da altri tre, tra cui la vittima che subito si accasciava al suolo.

A questo punto due uomini si allontanavano rapidamente dalla scena, mentre altri due uomini si avvicinavano alla vittima: uno dei due maneggiava un telefono cellulare mentre l’altro spostava la vittima al centro della strada facendola sedere su un muretto.

Questi dati, unitamente alle dichiarazioni rese da testimoni ed all’analisi del telefono in uso alla vittima rinvenuto sulla scena del crimine, permettevano di risalire all’identità di quattro persone, tre testimoni dell’accaduto e un uomo marocchino di 36 anni domiciliato a Novara, noto spacciatore della zona e presunto responsabile dell’aggressione.

I testimoni, sentiti dalla Squadra Mobile, indicavano, senza alcun dubbio, il giovane marocchino come l’autore dell’omicidio di Kamal. In particolare, uno di essi riferiva di essersi avvicinato alla vittima che, negli ultimi momenti, raccontava di essere stato colpito da tale “Minur”, soprannome notoriamente utilizzato dall’indagato.

Il secondo testimone riferiva invece di essere stato contattato da “Minur”, tramite un conoscente, perché lo accompagnasse a recuperare alcuni effetti personali in zona: i tre si recavano dapprima in un’abitazione presente in provincia e, successivamente, Minur chiedeva di poter essere accompagnato assieme al proprio “cugino” in un noto supermercato presente in via Gnifetti.

Arrivati sul posto scendevano dall’autovettura per poi farvi ritorno rapidamente dopo un forte esplosione: molto agitati chiedevano di essere portati via per aver partecipato ad una rissa.

Un’ulteriore conferma circa l’identità del presunto aggressore emergevano altresì dalle dichiarazioni rese dal terzo testimone e anche da un familiare della vittima, che non riusciva più a mettersi in contatto con il parente, presentandosi in Questura per capire se avevano notizie di Kamal.

Attesi i gravi indizi di colpevolezza raccolti, la Procura della Repubblica di Novara richiedeva ed otteneva dal Giudice per le Indagini Preliminari una misura cautelare in carcere nei confronti del presunto omicida.

Sebbene non vi sia al momento certezza sul movente, la tesi degli investigatori è quella di un conflitto nato nel mondo dello spaccio di droga, tenuto conto dei precedenti dei soggetti coinvolti.

La squadra mobile è ancora a lavoro per chiarire le posizioni di altri soggetti presenti sulla scena.

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