Primo in Piemonte e quarto in tutta Italia.
Alessandro Canelli risulta essere sindaco molto gradito. Anzi, il più gradito, secondo l’annuale sondaggio del Sole-24 Ore. L’indice di gradimento del primo cittadino novarese, esponente della Lega, è in aumento rispetto al 2023, quando si attestava al 58%, anche se è in calo rispetto all’altissima percentuale ottenuta al momento delle elezioni, quando ottenne il 69,6%. 
Dati statistici, null’altro. Lo sottolinea lui stesso «perchè, alla fine il vero banco di prova sono le elezioni». Anche se non nasconde un po’ di emozione. «Un riconoscimento che mi fa molto piacere e che, allo stesso tempo, mi stimola a lavorare con ancora maggiore impegno per la città che amo». E rilancia: «Un ringraziamento innanzitutto ai novaresi, perchè il contributo dei cittadini è fondamentale per una buona amministrazione. E un grazie ovviamente anche alla squadra che mi supporta e che lavora con me con un’unica priorità: il bene e il benessere della città».
Come sempre Canelli è pragmatico e sta con i piedi per terra. Per lui non sono giorni facili: c’è stato il rimpasto di giunta, ha dovuto smarcarsi tra gli impegni amministrativi e quelli politici. «Fa parte del gioco» ha detto più volte, ma è chiaro che - com’è fatto lui - sia stizzito dal dover rincorrere l’uno e l’altro alla ricerca di un equilibrio politico solido sottraendo tempo ed energie al lavoro concreto, ai progetti futuri, alla visione della Novara del domani. E lo ha ribadito in occasione della presentazione della nuova giunta, alla presenza dei capigruppo consigliari: «Sono stanco dei sentito dire» ha rimarcato. Aggiungendo: «vedo spesso un atteggiamento infantile e gossiparo, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione. Dobbiamo occuparci di problemi della città, tutto il resto non deve diventare un problema amministrativo. Un sindaco non può occuparsi delle beghe da comari». 
Ed è forse proprio per questo che la gente lo stima più di altri. Per una questione di concretezza. Che spesso manca nel mondo della politica. «Il nostro compito - aggiunge - è quello di dare servizi ai cittadini, lavorare per dare futuro alle nostre città. Ciò che stiamo facendo incessantemente da anni a Novara, con risultati sotto gli occhi di tutti. Guardate come il nostro territorio sta cambiando». E ribadisce quanto detto qualche giorno prima, all’Unione industriali di Torino, durante un convegno su sfide e opportunità dell’Intelligenza Artificiale con un focus sul ruolo delle regioni e degli enti locali: «L’Intelligenza artificiale avrà un impatto totalizzante sulla vita di tutti noi, a prescindere dal settore di impiego. Un po’ come è successo con il nascere della stampa che ha cambiato tutti i paradigmi sul piano del pensiero umano, della diffusione della conoscenza e della cultura, dando nuovi e innovativi impulsi. In tale contesto, l’annunciato arrivo di Silicon Box nella nostra città sarà una grandissima opportunità di sviluppo per Novara, per il Piemonte e per tutto il Paese». E sottolinea: «Novara non è stata scelta a caso: la posizione strategica del nostro territorio è senz’altro stata essenziale nella decisione finale, ma gli investitori hanno visto molto di più. Hanno visto un tessuto produttivo florido, un’Università dove arrivano studenti da tutta Europa, la presenza di scuole tecniche già altamente specializzate. Silicon Box non sarà dunque solo un parco tecnologico, ma una realtà dove verrà fatta formazione e che si impegnerà a creare un ecosistema della filiera dei semiconduttori e che aiuterà la nostra città ad avviare ulteriori progetti di riqualificazione e rigenerazione».