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La Riserva Naturale della Bessa inserita nel Catasto Regionale dei Geositi del Piemonte

Negli anni, la Bessa è stata oggetto di numerosi studi accademici, anche da parte di esperti internazionali

13/09/2025

L’Ente di gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore ha ufficialmente candidato la Riserva Naturale della Bessa per l’inserimento nel Catasto Regionale dei Geositi del Piemonte.

La Riserva Naturale della Bessa, già designata Zona Speciale di Conservazione nell’ambito della Rete Natura 2000, si distingue per l’eccezionale valore geologico, archeologico, storico e naturalistico, che la rende un unicum nel panorama piemontese e nazionale.  

“La candidatura della Bessa a geosito regionale nasce dalla volontà di valorizzare e proteggere un patrimonio che è insieme testimonianza della storia naturale e umana del nostro territorio,” dichiara la Commissaria dell’Ente di gestione, Erika Vallera. “L’inserimento nel catasto regionale potrà ampliare l’importanza riconosciuta a questo luogo straordinario, favorendo al contempo nuove opportunità per la divulgazione scientifica, la didattica ambientale e un turismo consapevole e sostenibile. Inoltre il riconoscimento a geosito regionale potrebbe costituire una base solida per l’avvio di una candidatura a Sito Seriale UNESCO, in collegamento con altri siti minerari storici europei, aprendo nuove opportunità di cooperazione internazionale.” 

L’approvazione della scheda informativa del geosito, predisposta secondo le caratteristiche e le peculiarità della Riserva, rappresenta il primo passo formale verso il riconoscimento ufficiale e conferma la volontà di attivare percorsi di valorizzazione e promozione del sito. A tal fine da alcuni mesi è attivo un tavolo di lavoro finalizzato a valutare progetti e candidature per la valorizzazione della Riserva Naturale della Bessa che vede fra gli attori l'Ecomuseo Valle Elvo e Serra, DocBi - Centro Studi Biellesi, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Province di Biella, Vercelli, Novara e Vco, il Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino e che nei prossimi mesi sarà allargato a nuovi stakeholder.

L’obiettivo condiviso è di rafforzare la tutela del patrimonio geologico e culturale della Bessa, ma anche aprire nuove prospettive per il turismo culturale e ambientale, per la ricerca scientifica e per la formazione delle giovani generazioni.  

Così commenta Mara Cucco: "Come Associazione Ecomuseo Valle Elvo e Serra,  insieme a DocBi, siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto di valorizzazione  della Bessa, che riunisce competenze e professionalità di altissimo livello, italiane e  internazionali. Far parte di questo gruppo interdisciplinare significa rafforzare il  legame tra ricerca scientifica, tutela del patrimonio e coinvolgimento del territorio,  con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di un sito unico al mondo e aprire  nuove prospettive di studio e collaborazione”.

Alcune informazioni sulla Riserva: 

La Bessa rappresenta un patrimonio scientifico e culturale di rilevanza internazionale per una molteplicità di aspetti: 

Geologico e geomorfologico: La riserva si colloca all’interno dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, uno dei complessi glaciali più importanti al mondo per la sua valenza stratigrafica e geomorfologica, poiché conserva tracce delle grandi glaciazioni del Quaternario. 

Archeologico e storico: La Bessa fu sede di imponenti attività estrattive aurifere già in epoca romana, a partire dalla conquista del territorio nel 143 a.C. Si tratta di uno dei siti minerari più antichi dell’Impero, precedendo altre grandi miniere d’oro romane. L’attività è documentata da fonti scritte che spaziano dagli autori latini fino agli studi moderni e contemporanei. 

Naturalistico e botanico: La presenza delle vaste discariche di ciottoli (cumuli di sfruttamento) consente lo studio della colonizzazione vegetale su substrati di età nota, offrendo un laboratorio a cielo aperto per le scienze ambientali. 

Didattico e divulgativo: L’impatto visivo del paesaggio, dominato da distese di ciottoli modellate dalla mano dell’uomo e dal tempo, rende la Bessa un sito altamente leggibile, ideale per attività educative e scientifiche rivolte a scuole, università e pubblico. 

Negli anni, la Bessa è stata oggetto di numerosi studi accademici, anche da parte di esperti internazionali (Domergue, 1998; Sánchez-Palencia et al., 2006 e 2018), che hanno confermato il suo eccezionale valore multidisciplinare.

 

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