Costi energetici troppo elevati per le Pmi

Il presidente di Cna Piemonte Nord: «Necessario intervenire sulla formazione del prezzo all’ingrosso»

25/06/2025
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Artigiani e piccole imprese continuano a sopportare costi dell’energia notevolmente più alti rispetto alla media europea, mentre si allarga in modo preoccupante il differenziale con le imprese energivore. È quanto emerge dalla fotografia dell’Osservatorio Energia scattata dall’Area studi e ricerche della CNA. «Il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia – ribadiscono i vertici dell’Associazione degli artigiani e della piccola impresa - è costantemente più alto rispetto ai principali partner europei. Le nostre imprese sono penalizzate in modo molto pesante e ne risentono in termini di competitività”.
«L’Osservatorio Energia 2025 di CNA evidenzia un preoccupante aumento del prezzo dell’energia elettrica in Italia nei primi sei mesi dell’anno – è la situazione riferita dal direttore di CNA Piemonte Nord Marco Pasquino - dopo due anni di discesa. Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) ha raggiunto i 118,3 €/MWh, superando del 24,6% il valore medio del primo semestre 2024 e del 9% il prezzo dell’intero 2024. Questo rialzo, influenzato dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dal conflitto russo-ucraino, rischia di acuire lo svantaggio competitivo del sistema Italia, che già paga una bolletta energetica superiore a quella dei principali competitor europei come Francia, Germania e Spagna. Tra il 2019 e il primo semestre 2025, il prezzo all’ingrosso in Italia è stato costantemente il più alto. La Spagna, ad esempio, ha accelerato la penetrazione delle rinnovabili, riducendo i costi energetici per imprese e cittadini rispetto alla media europea. L’attuale aumento dei prezzi ritarda il ritorno ai livelli pre - pandemia; il PUN medio tra gennaio 2023 e giugno 2025 (118 €/MWh) è quasi il doppio rispetto alla media 2005-2020 (circa 62 €/MWh)».
L’analisi di CNA evidenzia che un punto critico persistente è la penalizzazione delle piccole imprese italiane riguardo al costo dell’energia elettrica.
«Nel 2024 – prosegue Pasquino - le imprese con consumi annui inferiori a 20 MWh hanno pagato bollette elettriche superiori del 29,4% rispetto alla media dell’Unione Europea per la stessa fascia di consumo. Questo divario si riduce all’aumentare dei consumi, fino a meno del 4% per le imprese energivore. Questa disparità deriva dalla difficoltà delle piccole imprese di accedere a condizioni contrattuali migliori e dalla struttura della bolletta. Le piccole imprese, infatti, finanziano gli oneri generali di sistema che includono gli sconti per le imprese energivore (previsti dal D.M. 21 dicembre 2017 e dal meccanismo dell’energy release), di cui raramente beneficiano».
«E’ necessario intervenire sulla formazione del prezzo all’ingrosso – afferma la presidente di CNA Piemonte Nord Lorella Metaldi - ancora troppo influenzato dai combustibili fossili, che non permette di valorizzare in bolletta l’uso di energia rinnovabile, nonostante la sua crescita. E’ urgente riformare il sistema degli oneri generali, spostando il finanziamento dalla bolletta alla fiscalità generale per restituire competitività alle PMI. Gli interventi emergenziali di sospensione degli oneri generali, seppur positivi nel breve termine, non rappresentano una soluzione strutturale. L’attuale struttura della bolletta implica una distribuzione sperequata degli oneri, con le PMI che finanziano circa 6 miliardi degli 8,2 miliardi di euro di gettito totali nel 2023, mentre le imprese energivore godono di benefici di prezzo e agevolazioni che le PMI contribuiscono a finanziare. Come CNA proponiamo di ridefinire il concetto di impresa energivora, includendo un range più ampio di imprese e considerando l’incidenza della spesa energetica sul bilancio aziendale, per permettere anche alle PMI manifatturiere del Made in Italy di accedere agli sconti esistenti».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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