Rivolgo il mio più cordiale saluto alle Autorità presenti e a tutti gli intervenuti in questo storico Albergo di Varallo. Ringrazio il Comune per l’ospitalità.E’ doveroso un breve ma sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno organizzato questo evento. Oggi è un giorno di festa per la Valsesia. Oggi elogiamo la vitalità della nostra terra, riunendo in questa sala molti personaggi cruciali e influenti del nostro tempo e ne celebriamo uno in particolare che si è distinto per una carriera di successi lavorativi, famigliari e pubblici.
Oggi conferiamo il quattordicesimo Premio Lancia.
Un vanto, un pregio, una tradizione del nostro territorio. Il fobellese Vincenzo Lancia rappresenta un pezzo importante di storia e di memoria: un simbolo per la sua piccola Valmastallone in Valsesia, valle selvaggia, di grande bellezza ma un simbolo di forza per tutta la nostra gente. L’Unione montana dei comuni della Valsesia, che rappresento in veste di Presidente, ha l’onore di conferire questo Premio a Gianni Filippa, simbolo dell’operosità valsesiana che nonostante sia periferia dell’Italia e del Mondo è comunque capace di arrivare lontano, di saper conquistare il suo ruolo nel Mondo e di influenzare scelte e azioni che possono creare benessere al resto della comunità. Gianni lo conosco ormai da 6 anni. Posso definirlo sicuramente una persona capace, affabile, simpatica, coinvolgente. Una di quelle persone che vengono definite con “una marcia in più”.
Ha accumulato successi imprenditoriali in molti settori, ha ottenuto incarichi di prestigio a livello pubblico e privato, si è messo in gioco nello sport e nella solidarietà sociale, ed è un punto di riferimento per industriali, autorità pubbliche, banche, università. E ha una grande famiglia.
Non voglio anticipare nulla perché so che ha costruito una bella e sudata presentazione.
Detto questo, però, che sono opinioni comuni in coloro che lo conoscono, per comprendere bene Gianni bisogna avere la fortuna o sfortuna di “scontrarsi” almeno una volta e poi pian piano di entrare nella sua zona di comfort.
Vi racconto come ci siamo conosciuti, realmente.
Ricordo che ero appena diventato Presidente dell’Unione e avevo partecipato alla mia prima assembla di Monterosa 2000. Questo a distanza, online, in quanto ero malato.
In quella riunione avemmo uno scontro su questioni importanti, di cui non voglio annoiarvi. Entrambi probabilmente avevamo ragione, sarebbe bastato confrontarsi qualche minuto prima. Una chiamata salva la vita come dice l’amico Luciano Zanetta. Qualche giorno dopo fui invitato a un incontro in cui c’erano Gianni, Luciano, Eraldo Botta che era Presidente della Provincia e il sindaco di Alagna Valsesia.
Quando ci fummo seduti, dopo i soliti in convenevoli, mi trovai davanti a Gianni che esordì con questa frase:
“Non capisco se sei uno stolto oppure se lo vuoi far credere”
Ecco questo fu il mio primo vero incontro con Gianni.
Da li procedemmo su una strada che ci fece incontrate più volte in idee e progetti, valutazioni e considerazioni, andando a costruire un rapporto di stima e rispetto basato sulla priorità di far crescere la nostra valle. Ho quindi potuto conoscere un uomo che difficilmente si accontenta, che non aspetta di veder passare il treno e che non si dà tregua. Anche se è una persona che adora sedersi in compagnia, con il buon cibo e il buon bere. Preparato, strategico, passionale e paziente. Capace di fare sintesi, traghettare e concretizzare quelli che sono gli obiettivi comuni di un gruppo. Un leader deciso. Poi è arrivato il giorno in cui insieme all’amico e premiato “Lancia” Gianluca Gessi gli abbiamo comunicato che sarebbe stato il prossimo premiato.
Quel giorno entrai nella sua zona di comfort.
Totalmente all’oscuro del motivo per cui ci fossimo trovati, ho conosciuto l’uomo che non avevo ancora visto.
Comunicata la volontà dell’Unione montana Valsesia di onorarlo col Premio Lancia, Gianni si commosse, ricordando principalmente suo padre. Li scoprii quel pezzo che mi mancava fatto di grande genuinità e umiltà, di affetto e memoria. Anche i duri sanno amare.
Quindi tra il primo scontro al momento della commozione si trova tutto quello che rappresenta l’amico Gianni.
Da qui dobbiamo prendere esempio anche noi Amministratori pubblici. Dobbiamo sempre guardare ai personaggi influenti che ci circondano, poiché possiamo imparare molto.
Dobbiamo costruire in modo intelligente e sostenibile il nostro Futuro, avendo cura di fare squadra, mettendo da parte i campanilismi, e soprattutto non aver paura di confrontarci su questioni strategiche anche in modo acceso.
Per questo insieme al mio gruppo abbiamo scelto Gianni per questo Premio, perché come per i suoi predecessori possa essere da ispirazione per la Comunità.
Chiudo con questa frase che racchiude lo spirito di cui ho appena parlato e che sono sicuro, conoscendolo, farà piacere a Gianni
“Uno dei grandi piaceri della vita sta nel fare quello che la gente dice che non riuscirai a fare.”