565 milioni di investimenti per fronteggiare i cambiamenti climatici

L’a.d. Barbone: ecco come cambia l’approccio di gestione del servizio idrico

20/07/2024
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Un piano di investimenti negli anni 2024-36 da 565 milioni, di cui metà destinati al potenziamento della rete di acquedotti. Acqua Novara Vco così intende fronteggiare i cambiamenti climatici, sviluppare nuove fonti di approvvigionamento e ridurre le perdite (ad oggi attestate al 44,2 per cento) rilevate nei 138 comuni dove gestisce il servizio idrico.
Ad annunciarlo l’ad della società, Daniele Barbone. Che ha spiegato come la percentuale delle perdite sia in linea con il dato nazionale ma vanno segnalate punte del 70 per cento in zone montuose del Vco: con questa strategia si abbatterà la quota media al 30 per cento.
Intanto si lavora alacremente grazie ai 16 milioni di fondi Pnrr (più 4 milioni stanziati dal gestore), per digitalizzare 1.200 km di rete idrica in 12 comuni: Arizzano, Arona, Ghiffa, Gravellona Toce, Lesa, Novara, Omegna, Romagnano Sesia, San Pietro Mosezzo, Stresa, Verbania, Vignone. Qui si stanno installando i contatori che consentono di monitorare e gestire le anomalie in maniera immediata. 
Continua Barbone: «Gli sbilanciamenti di approvvigionamento sono repentini e occorre lavorare per adeguare le infrastrutture a questo. Va quindi cambiato l’approccio di gestione del servizio idrico integrato ragionando anche sul recupero della risorsa e i suoi usi plurimi. Ad esempio iniziative come il progetto “città spugna” per il drenaggio urbano possono favorire la ricarica della falda. Sulla depurazione, avviati lavori a Gravellona Toce (totale investimento 8,3 milioni) e Bellinzago (5,7 milioni); a breve partirà la progettazione per il potenziamento dell’impianto di Novara (21,2 milioni)».
Sulle nuove fonti di approvvigionamento va segnalata la presa a lago di Verbania (3,5 milioni) in completamento entro il 2028; due nuovi pozzi a servizio di Novara città concepiti in sinergia con l’ampliamento del serbatoio di via Valsesia e del riordino del sistema idrico del lago d’Orta: ambizioso progetto da 19,6 milioni e prevede la costruzione di una presa a lago, un impianto di potabilizzazione centralizzato, una rete di distribuzione per i comuni limitrofi entro il 2036.
Matteo Marnati, assessore all’Ambiente della Regione: «raramente nel resto del Paese si vedono approcci lungimiranti e oggettivi come questo». Ed entusiasta, commenta così la notizia che il Piemonte si classifica al secondo posto in Italia per qualità dell’acqua potabile: «La nostra rete idrica è sicura e sostenibile. Un eccellente risultato, quello emerso dal primo rapporto del Centro nazionale per la sicurezza delle acque dell’Istituto Superiore di Sanità».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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