Pnrr, indennizzi da «figli e figliastri»

Ape Confedilizia invita ad aprire un tavolo tra proprietari danneggiati e soggetti attuatori

Monica Bottino 29/12/2024
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Con i lavori del Pnrr sparsi ovunque in Italia e molto importanti anche in Liguria si rischia di fare «figli e figliastri» in tema di risarcimenti. Sì, perché, come fanno ben notare i proprietari riuniti nell’associazione Ape Confedilizia,  «a Genova è in costruzione una moltitudine di nuove opere pubbliche che stanno avendo un forte impatto sociale, ambientale ed economico sui cittadini. Attualmente sono oltre 3.500 i proprietari di immobili che subiranno una svalutazione economica del primo immobile a causa della messa in esercizio della Metro e del Terzo Valico», dice l’avvocato Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia Genova, insieme con Paolo Prato, presidente della Federazione Ligure Confedilizia. Ad oggi infatti le previsioni degli indennizzi ai privati non sembrano adeguate. Sono passati i tempi della tragedia del ponte Morandi, quando, sull’onda dell’impatto mediatico di un disastro così grande, si decise di supervalutare le case interessate alla demolizione, costruite all’inizio degli anni ‘60 per i ferrovieri. Il programma aveva consentito valutazioni (considerando l’insieme degli indennizzi) di 3mila euro a metro quadro, a fronte di un valore di mercato, prima del crollo, tra i 600 e i 700. 
E adesso? Chi abita vicino ai cantieri alla fine potrebbe perdere la vista, o veder svalutata la propria abitazione per il rumore, o altre servitù. Che fare dunque?  «Le previsioni degli indennizzi ai privati, ad oggi sono inadeguate rispetto ai disagi subiti. Per questo è necessario creare tavoli di discussione tra i proprietari danneggiati e i soggetti attuatori. Fino a oggi molti proprietari non hanno ancora ricevuto proposte di indennizzo dai soggetti attuatori competenti. Non è accettabile che la soddisfazione dell’interesse generale passi per il sacrificio dell’interesse o del diritto del singolo, senza che quest’ultimo venga proporzionalmente e interamente indennizzato». Confedilizia, l’associazione storica dei proprietari case, non entra nel merito politico e nelle questioni amministrative e pubblicistiche relative alle nuove opere. Pone, invece, la questione della quantificazione e del pagamento degli indennizzi che spettano ai proprietari degli immobili espropriati e quelli che subiscono gravi disagi creati dai cantieri e che subiranno una forte perdita di valore con l’avvio delle nuove opere pubbliche. «La riduzione da parte del Governo dello stanziamento di 13 milioni per la riqualificazione e gli indennizzi per il restyling di Certosa Campasso è un duro colpo per i proprietari di case. La somma già stanziata peraltro era già insufficiente prima della riduzione. Anche gli indennizzi per i danni da cantierizzazione presentano forti criticità. È un grande svantaggio per i privati che la Pubblica Amministrazione determini unilateralmente l’importo degli indennizzi, offrendo una somma senza consentire al privato danneggiato di trattarla, ed è iniquo che alcuni soggetti attuatori corrispondano i danni da cantierizzazione mentre altri no». «Attualmente - conclude Nasini - sono i soggetti attuatori a determinare gli indennizzi applicano metodologie o linee guida emanate dalla stessa Pubblica Amministrazione, che non hanno un valore di legge, ma solo di linee guida interne. Inoltre, i soggetti attuatori delle nuove opere pubbliche stipulano accordi prevedendo “protocolli di intesa” con Enti territoriali, senza tuttavia ammettere ai tavoli rappresentanze dei privati danneggiati».
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