Nuova giunta ligure, le prime indiscrezioni

Bucci vuole un tecnico per la sanità e dice no al doppio ruolo di assessore e consigliere, i partiti chiedono libertà di scelta

Diego Pistacchi 31/10/2024
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Il consiglio regionale ligure
Questa volta Marco Bucci potrebbe non prendersela troppo se la burocrazia si concedesse qualche giorno per espletare tutte le pratiche necessarie a far partire la sua esperienza in Regione. In ballo c’è sicuramente una giornata in barca a vela che ha giurato di concedersi, ma anche in Comune il lavoro non manca. Soprattutto la composizione della giunta potrebbe richiedere un po’ di tempo.
Il neo governatore ha sempre sottolineato l’importanza di non buttare via le cose buone fatte dalla giunta precedente e che le stesse non sono poche. Ma il voto ha riportato in consiglio solo 4 ex assessori su sette. Marco Scajola ha fatto il pieno di preferenze, primo nell’intera coalizione. Simona Ferro ha collezionato un ottimo successo personale, così come sia Alessio sia Alessandro Piana (vice presidente facente funzioni della giunta uscente) nei rispettivi collegi. È incredibilmente rimasto fuori Giacomo Giampedrone, che pure ha avuto un grande risultato personale e di lista, ma è stato punito da una legge elettorale totalmente antidemocratica, nel senso che non premia la volontà del popolo per astrusi calcoli di resti a vantaggio di una lista meno votata. Niente da fare anche per Augusto Sartori e Angelo Gratarola, titolari di assessorati che hanno portato l’uno al record di turisti e posti di lavoro, l’altro a un primo abbattimento delle liste d’attesa. Ovvio che nessuno può immaginare la riproposizione della stessa giunta Toti, ma neppure che i partiti non vogliano avere voce in capitolo sulla futura squadra.
Dalla lista principale del governatore, Vince Liguria, si pensava potesse essere chiamato in giunta Matteo Campora, ottimo nei sette anni di Bucci in Comune su tante materie complesse. Ma ieri si è chiamato fuori, dicendo che preferirebbe un ruolo più politico, da consigliere, magari da leader della lista che sarà anche chiamata a sostenere la prossima campagna per le comunali a Genova.
Non è obbligatorio che gli assessori siano scelti tra consiglieri eletti, e questo amplia il ventaglio delle scelte a disposizione del nuovo presidente, che chiederà agli uomini della sua squadra di lasciare il posto in consiglio, per tenere separati i ruoli e in fondo anche per far rientrare coloro che sono rimasti esclusi per un pelo e che meriterebbero spazio. Ma per certi ruoli, come per la Sanità, sembra indirizzato verso la scelta di un tecnico.
I nomi degli esclusi, anche importanti, sono molti: Lilli Lauro in Fratelli d’Italia, che sarebbe eletta se Simona Ferro o Stefano Balleari entrassero in giunta dimettendosi. Jessica Nicolini, che prenderebbe il posto di chi la precede (lo stesso Campora o Federico Bogliolo, presidente di Muncipio ma anche alla prima esperienza in Regione). Claudio Muzio, in consiglio solo se l’assessore prescelto per Forza Italia fosse Carlo Bagnasco anziché, ad esempio, il recordman Marco Scajola. Il fatto è che i partiti non vorrebbero che un assessore fosse costretto a dimettersi, per avere anche una sorta di garanzia, un «paracadute» in caso di contrasti  e di allontanamento dalla giunta.
Molto ambita è invece la poltrona da presidente del consiglio, che se da un lato riserva minori margini di agibilità politica in quanto ruolo di garanzia, dall’altro è appetibile per prestigio e relativa «tranquillità». Per questo ruolo si cerca generalmente un consigliere esperto. Stefano Balleari potrebbe far valere quel peso maggiore che Fratelli d’Italia ha avuto rispetto ad altre liste. Marco Scajola, anche lui più che rodato nonostante sia giovane, avrebbe tutte le carte in regola, ma ridurrebbe le chance di Forza Italia di strappare anche un assessorato. C’è poi Giovanni Boitano, certamente il decano della maggioranza, moderato e soprattutto unico nome di peso eletto nella seconda civica di Bucci (Orgoglio Liguria), cui potrebbe andare un riconoscimento per l’ottimo risultato portato alla causa. Le alternative non mancano per ogni ruolo, anzi sono anche troppe. Servirà un decisionista. Ah, no. Quello c’è.
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